AGGIORNAMENTI
Cerca
02 Ottobre 2017 - 11:25
valmaggia
L’Assessore regionale Alberto Valmaggia ha risposto, la scorsa settimana ad una interrogazione del consigliere Antonio Ferrentino (Pd) sulle procedure di accatastamento dei fabbricati rurali al catasto urbano, introdotta dal Decreto Salva Italia.
Negli ultimi mesi, infatti, l’Agenzia delle Entrate ha inviato centinaia di migliaia di lettere (150 mila soltanto in Piemonte) contenenti avvisi per regolarizzare i fabbricati rurali ancora iscritti al Catasto terreni e non ancora dichiarati al Catasto Edilizio Urbano, ma la casistica è vastissima, variegata e complessa e il continuo evolvere della normativa non agevola le operazioni di variazione catastale.
La delicatezza della situazione è stata, peraltro, rimarcata da numerose segnalazioni di Comuni, soprattutto montani, relative alle complessità e ai costi conseguenti alle richieste di accatastamento di immobili rurali. Il rischio concreto è che molti non dichiarino il bene, altri decidano di rimuovere parti o interi edifici o possano sbagliare dichiarazione.
“Come sollecitato da Uncem ed Enti Locali - ha sottolineato Ferrentino - è necessario e urgente che venga approvata la legge nazionale di riforma del Catasto che dovrà prevedere un opportuno riequilibrio del prelievo ottenuto con l’aggiornamento dei valori che vengono allineati con quelli di mercato...”.
Con questa revisione, nelle aree montane e rurali molti cittadini pagherebbero, infatti, cifre inferiori rispetto alle imposte attuali.
“Inoltre - continua Ferrentino - la riforma dovrebbe considerare il tema dell’accatastamento in una più ampia visione dell’immenso patrimonio edilizio, storico e prezioso, ma spesso in stato di abbandono, costituito dai borghi alpini. La riforma, infine, dovrebbe mirare a consentire di inquadrare con un nuovo ruolo i Comuni e le Unioni, con conseguenze importanti positive anche sulla fiscalità locale...”.
L’Assessore Valmaggia ha precisato che la questione generale è attinente la materia fiscale sulla quale lo Stato ha competenza legislativa esclusiva e, pertanto, la vicenda è lontana dalla portata di possibili interventi delle Regioni. Tuttavia, per quanto concerne i fabbricati ex rurali il cui accatastamento non ha giustificazione concreta, trattandosi di veri e propri “ruderi”, è possibile cercare di concordare rapide procedure di cancellazione dal Catasto dei Terreni. Tali eventuali accordi potranno essere oggetto di discussione nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni.
Sulla questione si è mossa anche Forza Italia con un ordine del giorno del capogruppo Gilberto Pichetto.
“Il Governo Gentiloni - dice - é sempre alla ricerca di nuove tasse per far quadrare i conti dello Stato. L’idea però di invitare i proprietari di fabbricati rurali ancora censiti al Catasto dei Terreni di iscriverli al Catasto dei Fabbricati é veramente inopportuna e masochista. La richiesta dell’Agenzia delle Entrate rischia inoltre che molti proprietari scelgano di demolire i fabbricati fatiscenti o rimuovere i tetti, fatti in pietra e lose e che costituiscono un patrimonio paesaggistico centrale nell’economia montana italiana, pur di non sostenere le spese per il passaggio al Catasto dei Fabbricati e alla tassazione conseguente all’accatastamento...”.
Ed è vero che le vallate piemontesi contano su un importante patrimonio costituito da baite, poco più che ruderi dal punto di vista immobiliare ma caratteristiche dal punto di vista paesaggistico e che molti proprietari ne possiedono più di una. Difficile immaginare il costo che si dovrebbero sostenere per rispettareo la legge? “Rischiamo di vedere interi villaggi alpini abbattuti per evitare di pagare il conto salatissimo servito dall’Agenzia delle Entrate e dal Governo - alza il tono Pichetto - Proprio per tali ragioni è necessario che la Regione apra un confronto urgente con il Governo per domandare una riforma urgente del Catasto che preveda l’aggiornamento dei valori catastali e il relativo riallineamento rispetto ai valori di mercato dei fabbricati siti nelle aree marginali”.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.