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08 Settembre 2017 - 09:20
Rispolverato l’antico torchio in uso un secolo fa dai produttori di vino del paese.
Il torchio si trova in un locale chiuso, una proprietà privata a pochi passi dall’edificio che oggi ospita la scuola materna. L’antico strumento, ormai in disuso, risale a più di cento anni fa ma è ancora in ottimo stato e potenzialmente ancora funzionante.
I proprietari sono Secondino e Primo Clerico, padre e figlio, che vanno orgogliosi di questo straordinario cimelio tramandato di generazione in generazione.
Il torchio era già in funzione nella seconda metà del XIX e veniva utilizzato da tutto il paese.
«Le vinacce si deponevano in un tino di legno che aveva due fori nel manico nei quali veniva introdotta una grossa barra cruciforme per poterlo trasportare a spalle.
La vite per il pre-carico si girava a turno fino a spremitura terminata.
Finito il lavoro, si versava il vino nella botte».
Da qui passava tutto il paese per fare il vino.
Era uno strumento in uso a tutta la comunità. Altri tempi e altri modi di vivevere il paese.
All’epoca, come obolo al proprietario, chi ne usufruiva, lasciava le vinacce che venivano poi portate alla Revel Chion di Chiaverano per la produzione della grappa.
Il torchio della famiglia Clerico venne utilizzato fino agli anni ‘40 anche per realizzare olio di noce.
Oggi resta a testimonianza di una società rurale molto lontana da quella attuale.
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