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31 Agosto 2017 - 09:50
E’ vero. Sul profilo di Andrea Cervellin, 25 anni, qualche foto di Benito Mussolini (è inutile nasconderlo) c’è.
Ma lui, almeno a parole, sembra un ragazzo che di più normali non se ne potrebbero incontrare. Professione “falegname”, tira arance al carnevale di Ivrea tra le fila dei Credendari. Ama la musica e suona la chitarra. Parla spigliatamente e di dubbi non ne ha.
L’unica definizione che riesce a dare di se stesso è “Nazional rivoluzionario”.
“Dire destra - sottolinea - è limitante. A destra siede il capitalista. A sinistra il socialista. All’estrema destra che cosa c’è? Il capitalismo estremo? No! A questo gioco io non voglio giocare... E poi oggi destra e sinistra hanno perso ogni significato. Anche il fascismo è finito. Non so cosa sia. Esistono i progressisti e se sei come loro sei politicamente corretto, sennò sei un fascista, perchè fa comodo dirlo. Ecco, io invece mi ritengo un conservatore e ti invito a guardare la pagina facebook...”.
Incredibile ma vero, l’interesse nei suoi confronti e al gruppo “Rebel Firm” che su Facebook quest’estate ha promosso un “campo rivoluzionario” è scattato nei giorni scorsi in seguito alla denuncia presentata alla Procura della Repubblica dalla Presidente del consiglio Elisabetta Ballurio e dal presidente Anpi Mario Beiletti.
Poi la polemica si è trascinata intorno ad un incontro pubblico, la cui data non è ancora stata fissata.
“Siamo ansiosi di incontrla e sappiamo che in molti la stanno ostacolando - ci dice - Diremo che si tratta di una denuncia campata per aria. Non abbiamo commesso nessun reato, altro che apologia di fascismo. Il termine rivoluzione non significa scendere in strada e tirare le bombe carte. La rivoluzione fa parte di noi. E’ dentro il nostro animo. Significa combattere il proprio io più egoista. Significa non cadere nel gioco consumista. Pensare anche ad altro e non solo a vivere una vita piatta e senza valori in cui non ci si pongono delle domande. Nei nostri incontri si parla tanto e si cresce insieme...”.
E il gruppo, che ha trovato sede proprio davanti alla sede del Pd e che raccoglie una dozzina di persone, tra i 18 e i 50 anni, tra i tanti obiettivi dice di averne uno in particolare.
“Creare un’alternativa a coloro che vogliono trovarsi e confrontarsi o fare un certo tipo di attività - spiega Cervellin - A Ivrea esistono luoghi di incontro e centri sociali, a partire dallo Zac, che vanno tutti nella stessa direzione. I giovani che non si riconoscono in quei valori vengono trascurati e ghettizzati. Rebel Firm è l’alternativa...”
E per chi non lo sapesse, ma queste sono quisquiglie, “Rebel”, in inglese, significa “Ribelle” e “Firm” è un termine utilizzato nel calcio (sempre dagli inglesi) per indicare una gang, un manipolo di persone, la “curva” insomma.
Resta un ultimo interrogativo. Il campo rivoluzionario c’è poi stato oppure no?
“Certo che c’è stato, in un’area privato - conferma Cervellin - Di giorno abbiamo fatto molta attività fisica, dalla boxe al nuoto e poi piccole conferenze su svariati argomenti. Di sera musica intorno al fuoco....”.
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