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IVREA. Malasanità. Sulle pulizie: 15 giorni per una soluzione "o andremo dallo Spresal"

Quindici giorni di tempo per trovare una soluzione. In altro caso i sindacati sono pronti a rivolgersi allo Spresal per verificare le condizioni igieniche delle strutture ospedaliere. E’ questo l’ultimo posto al direttore dell’Asl To4 Lorenzo Ardissone dalle varie sigle sindacali durante un incontro che si è tenuto giovedì mattina, dopo le proteste divampate nei giorni scorsi ed una relazione di decine di foto che documentano polvere nei corridoi, escrementi nei portici ed una precaria situazione di cura dei locali usati dal personale e dagli utenti. “Possiamo dare fiducia all’azienda ma a tempo determinato - spiega Serse Negro della Uil -. Se in 15 giorni non cambieranno le cose segnaleremo al servizio di prevenzione dell’Asl affinché venga ad ispezionare”. Sul tavolo l’appalto alla Cm Service subentrata dopo che la precedente ditta ha dato forfait perché, con il ribasso, non riusciva a stare nei costi. Il risultato è che la stessa Cm Service ha già rimandato tre volte le pulizie straordinarie e anche sull’ordinario il sindacato ha presentato svariati appunti. Ha accennato, per esempio, ai cestini che non vengono regolarmente svuotati, alle ragnatele che campeggiano tra i lampadari, agli ingressi luridi in via Aldisio. Ardissone ha liquidato le critiche. Secondo lui la responsabilità spetta alla direzione degli ospedali. Devono essere loro a controllare ed intervenire. “Se una ditta non riesce a garantire perché il budget è troppo basso allora deve essere la direzione dell’Asl a prendere provvedimenti” sottolinea Negro. Oltre alla Uil, all’incontro, erano presenti anche Cisl, Cgil, Fsi, Nursing up e Nursind. E s’è parlato anche di sicurezza. Dal mese di giugno la direzione ha istituito un servizio di portierato notturno avvalendosi di due addetti della ditta delle pulizie. “Negli stadi ci sono degli stuart ma preparati per quella mansione. Non chiediamo persone armate - sottolinea Serse Negro - ma almeno una persona in divisa, che sia autorizzata a vigilare e che abbia l’autorità per intervenire in caso di necessità. Non chiediamo pistole, può essere uno spray al peperoncino ma vogliamo che ci siano figure qualificate. Perché tra il non avere la bacchetta magica ed attendere che accada di nuovo qualcosa di brutto c’è la via di mezzo”. Ardissone prende tempo. Dice di voler capire quali siano le necessità e valutare se garantire il portierato con dipendenti ed affidare soltanto il servizio di guardiania ad una ditta esterna. Le critiche riguardano anche i costi. Il servizio di portierato costa 36600 euro per quattro mesi: dalle 10 alle 18 con un addetto in portineria ed uno in Pronto Soccorso e dai quattro ai sei giri di ronda. Quando a Chivasso  con i “Cittadini dell’ordine” il costo per sei mesi ammonta a 30mila euro: una guardia giurata di notte e un altro che svolge la ronda quattro volte a notte. Il discorso riguarda un territorio più allargato. Ardissone dice di voler esportare il modello della sicurezza a Ciriè. Non a Cuorgnè, e questa esclusione ha sollevato ulteriori appunti. All’ospedale altocanavesano di recente una ragazza ha dato in escandescenza, i carabinieri non sono riusciti a calmarla ed hanno dovuto arrestarla, lo stesso ha fatto un uomo. L’incontro si è concluso con l’impegno da parte di Ardissone a predisporre un piano. Intanto il 27 giugno si svolgerà un ulteriore incontro ma sulle posizioni organizzative, un’altra spina nel fianco secondo i sindacati.
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