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IVREA. Vodafone: tagli in corso e mondi che non esistono

IVREA. Vodafone: tagli in corso e mondi che non esistono

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Inutile stare qui a raccontarcela. Nella sede Vodafone di via Jervis da qualche giorno a questa parte l’aria si è fatta pesante. C’è molta preoccupazione, ancor più dopo la presentazione, il 9 maggio scorso, alle rappresentanze sindacali, del piano industriale e del bollettino che ne è seguito, in cui si fa esplicito riferimento a 250 posti da “tagliare” entro il mese di luglio (di cui una ventina a Ivrea) prevedendo per ciasuno di loro una buonuscita. 

Non si tratta di una novità. Era già successo nel 2013 con un’analoga operazione e 700 dipendenti coinvolti. Insomma non è la prima volta che accade e sono sempre gli stessi i motivi. La concorrenza, la riduzione dei costi, il calo nei volumi di traffico, le aziende che devono stare sul mercato. Una cura dimagrante per cominciare a prepararsi all’ingresso nel mercato di Iliad, un operatore francese molto aggguerrito e alla fusione di Tre conWind. 

Dai piani alti tutte le rassicurazioni possibili e immaginabili. “Non ci saranno forzature - dicono e scrivono - l’azienda non intende fare una ristrutturazione ma una ricerca di efficienza. Non stiamo parlando di tagli, ma diamo la possibilità a chi ha un’alternativa di lasciare l’azienda con buoni incentivi»”. 

Saranno coinvolti tutti i lavoratori con esclusione di chi ha un’anzianità lavorativa inferiore ai 5 anni. Gli incentivi non sono negoziabili e prevedono 24 mensilità per chi ha fino a 40 anni, 26 mesi dai 40 ai 45 anni e 28 mesi per gli over 45. Si aggiungerà un bonus di 4 mesi per chi uscirà dall’azienda entro giugno. In soldoni dai 60 ai 100 mila euro. 

“Si sta nuovamente tornando ad una vera guerra commerciale su tariffe e prezzi - osservano i sindacati - La qualità che ha sempre caratterizzato l’azienda sembra non essere più sufficiente ed è quindi inevitabile (a sentire la dirigenza) un programma di efficientamento complessivo dei costi per la gestione dell’attuale parco clienti...”

Al 31 marzo l’azienda dichiarava, nelle tanti sue sedi italiane,  6171 dipendenti FTE pari ad un totale di 6752 lavoratori equamente bilanciati tra donne e uomini.

“Riteniamo positiva - commentano ancora i sindacati  - la conferma dell’azienda nello smentire possibili esuberi ma vigileremo affinché dietro queste uscite volontarie non possano celarsi cessazioni di attività e conseguenti esuberi futuri. Abbiamo inoltre sottolineato lo strano mondo Vodafone che da una parte tende le mani verso i lavoratori nelle plenarie colme di enfasi, in cui si raccontano mondi che non esistono e dall’altra sui tavoli sindacali, con un crudo realismo si ritorna al mondo vero mostrando non drammi occupazionali ma nemmeno sceneggiature fantasiose e prive di fondamento che qualcuno si ostina a far credere in certi ambiti. Mostrare i muscoli ed ostentare sicurezza nei mercati finanziari, da parte del management aziendale non può poi trasformarsi improvvisamente in storie diametralmente opposte da discutere nei tavoli sindacali....”.

Per il resto la strategia di Vodafone resta quella del rafforzamento del brand, del call center e della rete con un forte investimento per la migrazione progressiva dalla rete 4G a quella 5G.

E’ del tutto evidente però che non è finita qui anche perchè la maggiore digitalizzazione delle attività porterà l’utente a risolvere le sue problematiche o le sue necessità in modo autonomo, con l’ausilio di “app” e web.

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