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29 Novembre 2013 - 15:15
Tribunale (foto archivio)
Angelo Alletto, classe 1978 di origine palermitana, e Giuseppe Morreale, classe 1975 di origine napoletana, entrambi residenti a Strambino, sono imputati, presso il Tribunale di Ivrea, con l'accusa di tentata estorsione, rapina e lesioni gravi nei confronti Mauro Cavagnetto, immobiliarista di Ivrea. Secondo l'accusa, sostenuta dal Pubblico Ministero Lorenzo Boscagli, avrebbero cercato di sganciargli del denaro con un'incursione sotto casa, in via Gariglietti, nel pomeriggio del 10 luglio 2010. Completamente differente la versione delle difese dei due uomini, affidate agli avvocati Manuel Peretti ed Anna Ronchetto. Si sarebbe trattata di una resa dei conti: Alletto e Morreale avrebbero lavorato per un certo periodo come agenti del Cavagnetto, in nero, e quel giorno lo avrebbero affrontato soltanto per ottenere il dovuto, stanchi di essere sfruttati. A sostegno della tesi difensiva c'è una testimonianza resa durante l'ultima udienza presso il tribunale di Ivrea, davanti al collegio presieduto dal giudice Carlomaria Garbellotto. Sileo, un teste della difesa Morreale, amminsitratore della srl gestita dalla persona offesa, ha scagionato gli imputati ed accusato categoricamente Cavagnetto di aver commesso evasione fiscale (tanto che ci sono processi in corso ed infagini da parte della Guardia di finanza). Ha raccontato che Cavagnetto apriva e chiudeva società mettendo a capo delle teste di legno e movimentando somme di denaro che lui portava bellamente in Svizzera. Accuse molto gravi verso la sedicente vittima che, invece, non è risultata propriamente attendibile. Cavagnetto, interrogato, non ha saputo raccontare con precisione come andarono le cose, chi aggredì chi. Ha solo ricordato di aver perso i sensi e di essersi ritrovato dalla parrucchiera vicino a casa, dove la compagna lo avrebbe condotto per farsi medicare. La stessa fidanzata ha raccontato di aver visti i due imputati dalla finestra e di aver assistito al litigio da una certa distanza. Ha riferito di averli sentiti bisbigliare sul pianerottolo frasi come: "non ho niente da perdere, se entro alcuni giorni non mi porta 20mila euro vado giù in Sicilia e prendo la pistola", ha aggiunto d'aver visto Alletto con il portafoglio del compagno in mano. Il processo è stato rinviato al 10 giugno.
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