Il sindaco Sonia Cambursano aveva negato. Giurato e spergiurato. “Nessun caso di turberlosi tra i profughi” scriveva dappertutto all’inizio dell’estate scorsa su facebook. Ma con un “ma”. “E anche se fosse non lo diremmo…”. Delle due l’una: o Cambursano sa oppure non sa. Ma è chiaro come il sole che l’Amministrazione Comunale non voglia affrontare il tema, in questi mesi ha continuato ad essere piuttosto vaga sull’eventualità di pericoli o meno per la salute pubblica, se non per un iniziale ed eccezionale incontro convocato col Ciss-ac e le cooperative al salone dell’ex Cotonificio, nei giorni antecedenti l’arrivo di una trentina di richiedenti asilo. Nessuna risposta, ad oggi, quindi. Ma il caso rischia di impazzare. Infatti, dopo la notizia di un malato di tubercolosi tra coloro che sono ospitati alle “case gialle” di Mercenasco - a nemmeno un chilometro di distanza da Strambino - se ne aggiungerebbe una seconda. Ci sarebbe un malato anche tra i profughi di Strambino. E saranno pure dati sottoposti a privacy ma in paese è più di una semplice voce e dopo i fatti capitati tra il centro e il nord Italia, la preoccupazione anziché scemare potrebbe aumentare, dal caso dell’infermiera dell’ospedale di Roma che inconsapevolmente ha contagiato oltre 100 neonati del reparto maternità dove prestava la sua opera ai casi di tubercolosi emersi anche in Trentino Alto Adige. Ecco perché l’opposizione consiliare, che già aveva sollevati i quesiti sul malato ospitato a Mercenasco, si sarebbe aspettata dal primo cittadino un atteggiamento decisamente più interessato alla “interrogazione urgente” presentata al consiglio comunale di giovedì scorso. Invece la Cambursano ha chiuso in fretta e furia la seduta, rinviando eventuali risposte alla seduta successiva. S’è alzata e non ha voluto sentir ragioni di discutere oltre l’ordine del giorno, parandosi dietro gli articoli del regolamento comunale. “Ci stupisce che il sindaco si stupisca del fatto che siamo a conoscenza di questa notizie - tuonano i consiglieri di minoranza Roberto Rossi De Paoli e Fabio Cordera, e lo scrivono nella medesima interrogazione -, quando nel corso di innumerevoli inchieste della magistratura (Tangentopoli docet) trapelavano o meglio sgorgavano impetuosamente fantatonnellate di informazioni ultrariservate, futuribili avvisi di garanzia e nomi di indagati ancora ignari del loro status. Se ciò accadeva in un contesto, quello giudiziario, meno esposto agli occhi indiscreti della società civile, figuriamoci allora in ambito sanitario: tra passaggi in pronto soccorso, girovagare per paesi adiacenti e mormorare di richiedenti asilo”. Su un articolo pubblicato sul periodico “La Sentinella del Canavese” del 15agosto 2016, a seguito della notizia diffusa dal nostro giornale, il sindaco definiva l’interrogazione della minoranza, già allora, “pretestuosa, infondata e diffusa ad arte”. “Vorremmo sapere - sottolinea Rossi De Paoli - se il sindaco considera procurato allarme essere interpellata in merito all’attendibilità o meno di notizie circolanti tra la popolazione, potenzialmente rilevanti per la sicurezza e la serenità della sua Comunità. Vorremmo sapere se considera la presenza di un individuo infetto tra gli “ospiti” della cooperativa che opera a Strambino sia da lei considerata non pertinente se il soggetto risieda sul territorio di un comune limitrofo. O se pensa che facendo quattro passi e valicando il confine tra Mercenasco e Strambino un individuo infetto venga magicamente sanato”.
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