Potrebbe cavarsela con la prescrizione. Ma intanto, in primo grado, Gianluca Actis Perino, 42 anni, conosciuto soprattutto per essere l'ex Presidente dell'Ivrea Calcio, è stato condannato ad un mese di reclusione. Questa la sentenza pronunciata dal Ludovico Morello del Tribunale di Ivrea mercoledì scorso, al termine di il processo per un infortunio sul lavoro risalente al lontano 2009. Sul banco degli imputati, oltre ad Actis Perino (difeso dagli avvocati Claudio D’Alessandro e Marina Tonso) si trovava anche l'architetto Massimo Bonifanti, 51 anni (difeso dall'avvocato Carlo Ardissono del Foro di Ivrea), coordinatore della sicurezza di tutto il cantiere, che è stato invece assolto. Entrambi dovevano rispondere dell'accusa di lesioni personali colpose con l'aggravante della violazione delle norme per la sicurezza sui luoghi di lavoro. Un operaio di origine rumena, Ion Mihalescul, aveva riportato fratture al capitello radiale sinistro (ossia al gomito), giudicate guaribili in un periodo superiore ai 40 giorni, a causa dell'urto col pavimento, dopo essere caduto da una volta di un antica villa del '700, di proprietà del Comune di Mazzè, che ne aveva commissionato la ristrutturazione. Actis Perino è finito sotto processo in qualità di legale rappresentante legale della Sicet, società che aveva vinto l'appalto, e a sua volta aveva subappaltato la ristrutturazione del tetto in economia alla ditta Langella, specializzata nel settore, datrice di lavoro dell'infortunato (il titolare aveva già patteggiato la pena). Durante l’ultima udienza, presso l’aula penale del tribunale eporediese, era stata sentita la persona offesa che oggi risiede in Romania e non ne vuol più sapere di tornare in Italia, ed i consulenti delle parti. Secondo l'accusa il Pos (Piano Operativo della Sicurezza) era troppe generico. Secondo la difesa, invece, i dettami della sicurezza erano stati rispettati: l'operaio avrebbe dovuto muoversi sul ponteggio esterno, invece era saltato sulla volta a botte sottostante per posizionare delle attrezzature ed era caduto al piano di sotto. Ecco perché i legali D’Alessandro e Tonso annunciano ricorso in appello.
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