Ha inviato mail minatorie. Al Procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando. Al presidente del tribunale, Carlo Maria Garbellotto. Ad avvocati, giudici, periti, assistenti sociali. A tutti coloro che, in un modo o nell’altro, hanno messo becco nella sua difficile situazione famigliare, in fase di separazione dalla moglie e con un bambino sul cui affidamento devono decidere i giudici. “Dovete morire”, scrive, in alcune di essere, P.U., padre di 40 anni residente in canavese. Le mail sono arrivate una dietro l’altra nei mesi scorsi. Indirizzate anche a Barbara d’Urso, conduttrice di Pomeriggio 5 su Canale 5. Con l’obiettivo, evidentemente, di gridare al mondo le sue ragioni, di far sapere la sua versione. La prima email, filtrata dallo spam, è stata immediatamente intercettata ed analizzata dalla polizia giudiziaria. Minacce talmente esplicite da indurre i magistrati ad aprire un fascicolo di indagine passato, per competenza, nelle mani dei Pm di Milano. E intanto al palazzo di giustizia sono state già rafforzate le misure di sicurezza, con una macchina di polizia sempre presente all’ingresso. Non si scompone il presidente Garbellotto, convinto che l’intenzione dell’uomo sia ottenere attenzione, portare scompiglio, ottenere un cambio dei giudici o addirittura del tribunale di competenza. Lui, P.U., si è rivolto personalmente alla Corte di Cassazione. E’ convinto che il tribunale eporediese non possa imparziale nei suoi confronti. Che il clima non sia sereno. Per questo starebbe valutando la remissione degli atti ad un altro tribunale, per “legittima suspicione” come si dice nel gergo giuridico. Sono due i processi penali, al momento, a suo carico. Ad ottobre, difeso dall’avvocato Marco Stabile del foro di Ivrea, inizierà il processo che lo vede imputato con l’accusa di maltrattamenti nei confronti della ex. L’avrebbe aggredita, secondo l’accusa, nell’ambito di furenti discussioni sulla gestione del figlio. I due non sono mai stati sposati. La relazione è terminata nel 2012. Il bimbo, che oggi frequenta la scuola elementare, è affidato alla madre e lui ha ridottissime possibilità di visita, e soltanto tramite l’educatore, non può portarlo a casa. Due venerdì si è svolta anche l’udienza per il reato di mancato versamento del contributo di mantenimento per il figlio minore. In questo caso P.U. è assistito dall’avvocato Guido Cellerino. In entrambi i procedimenti P.U. si dichiara esasperato dalla situazione perché servizi sociali e tribunale gli limitano fortemente il diritto di visita. Ritiene stia venendo meno la sua potestà genitoriale. Dopo le mail è stato sottoposto ad ulteriori limitazioni tanto è vero che in udienza è arrivato scortato dalle forze dell’ordine. Il questore gli ha vietato di mettere piede nel territorio di Ivrea.
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