Da domenica Rivarolo ha anche una via dedicata a Maria Baudino, da tutti conosciuta come “Mariet”. L’intitolazione si è svolta nella mattinata ad Argentera. Il sindaco Alberto Rostagno ha scoperto la targa, raccogliendo i ringraziamenti dei nipoti della donna per l’iniziativa. Mariet era nata il 19 aprile 1900 a Canton Baudini, un piccolo agglomerato di case poco distante dalla frazione Argentera, nell’abitazione costruita dal padre (la “ca nova”). Erta la terzogenita della numerosa famiglia di Maria Leone, proveniente dalla frazione Mastri, e Giuseppe Baudino, contadino. Iniziò a lavorare giovanissima come domestica presso la signora Carolina, titolare dell’Ufficio postale. Dopo il 1945 entrò a far parte della Democrazia Cristiana e svolge attività politica sia all’interno del partito sia all’interno della Coldiretti; nel 1957 fonda il gruppo “Donne Rurali” di Argentera. Assunta alle Poste, svolse servizio amministrativo per molti anni presso l’ufficio di Argentera situato davanti alla Chiesa Parrocchiale; contemporaneamente collaborava con la sorella Ida nella gestione di un negozio di merceria. Il 2 giugno 1968 ottenne il riconoscimento di “Cavaliere del Lavoro” consegnata dall’Onorevole Emanuela Savio. Fino al 1975 “Mariet” ricoprì un prezioso e insostituibile ruolo quale punto di riferimento e di sostegno per tutta la comunità della frazione, comprese le vicine borgate e le cascine sparse. Grazie alle sue competenze offrì, gratuitamente e a tutte le ore, la sua disponibilità verso chiunque chiedesse aiuto e collaborazione nell’espletamento di pratiche amministrative e pensionistiche o nella compilazione di moduli e bollettini. Garantì anche un supporto infermieristico per le famiglie e si prodiga anche nella raccolta fondi per iniziative benefiche di ogni genere (emblematico quella per sostenere i terremotati del Friuli nel 1976). Si spende, con il compianto non solo degli argenteresi, il 4 dicembre 1986. “Il percorso esistenziale di Maria Baudino - sottolinea Rostagno - è un esempio qualificante di senso civico, di spirito di servizio verso la propria comunità e di solidarietà sociale accomunabile al filone del mutuo soccorso, tipico delle comunità rurali a partire dalla fine dell’Ottocento”.
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