il Coro di Chiaverano ci siamo recati a Inverso, per una serata con gli ospiti della “Casa Regina del Cielo”, gestita dal sig. Piergiorgio Piras. Era pomeriggio inoltrato e le persone anziane ci attendevano, nella frescura del clima montano, sedute quietamente accanto al sagrato della chiesa. Predisponemmo nella chiesetta i microfoni, i leggii e poi ci soffermammo un poco a conversare con loro. Ma la campanella suonò presto l’adunata: era l’ora della cena e tutti entrammo volentieri per il momento conviviale che ci veniva offerto. Dopo, in chiesa, tutti pronti per i canti: i cantori seduti in cerchio davanti all’altare, e gli ospiti della Casa seduti attenti nei banchi, con il fascicolo delle canzoni sulle ginocchia. Erano canti popolari e brani di cantautore: canzoni antiche, ben conosciute dagli spettatori, che guardando l’indice dei canti potevano fare le richieste. Noi cantavamo del nostro meglio, invitando però gli spettatori a “contribuire” con la loro voce. Il Maestro, Roberto Giovine, con la chitarra suonava i primi accordi e poi ci accompagnava nel canto. Le proposte delle canzoni sul nostro fascicolo per queste occasioni sono tante... sì, proprio tante!. E la maggior parte esulano dal nostro repertorio consueto, ma… il piacere del pubblico che ascoltava e cantava insieme a noi era evidente. Un vecchietto, Giovanni, seduto nel primo banco, ha preferito ridarci il libretto e avere mani e braccia libere per accompagnare tutti i canti, come se fosse lui stesso un maestro di musica. Lo osservavo: sul suo viso avvizzito ma intento, gli occhi di fanciullo esprimevano tutta la sua “partecipazione”. Inoltre, l’atmosfera piacevole della serata era arricchita dai due accompagnatori con il loro strumento: Dario Francesia, con il saxofono, e Paolo Forte Amione, con la fisarmonica. Poi la serata volse al termine! Gli ospiti della Casa dovevano andare “ a nanna”. Chiusi il mio fascicolo, e mi fermai a rileggere, sulla copertina verde, la poesia di Seneca: “Non vedi di quante e diverse voci è fatto un CORO? Eppure da tutte emerge un’unità! Ce ne sono di acute, di gravi, di medie: le voci dei singoli restano nell’ombra, è in evidenza l’insieme. Tale deve essere l’animo nostro: vi siano pur molte conoscenze, molti insegnamenti, ma accordati ad un unico fine!”. Nel mio cuore c’era un sorriso: fino a quando uomini e donne, anziani e giovani, riusciranno a trovare momenti di unità nel canto, la vita potrà proseguire con progetti di speranza. Fuori, nel cielo, brillavano le stelle. Forse... alcune erano scese a fare corona là, nella chiesetta, intorno al capo della Madonna? Mariella Beata Getto
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