E’ vero che tra i profughi si registra un malato di tubercolosi? E’ la domanda che la minoranza aveva posto, con una interrogazione urgente, al sindaco Sonia Cambursano durante il consiglio comunale di due settimane fa. Nessuna risposta. Cambursano non ha confermato né smentito, trincerandosi dietro “l’impossibilità di avere accesso ad informazioni sullo stato di salute dei migranti da parte dll’Asl”, come ha confermato, venendole in soccorso, anche il segretario comunale Giovanni Alessandro. Discorso chiuso ma la voce, che - conferma la minoranza - arriva da fonti più che attendibili, ha fatto il giro del paese generando anche qualche allarmismo, non solo sulla pericolosità di un possibile contagio (la tubercolosi è una malattia infettiva che oggi, la nostra medicina moderna, si può curare facilmente) ma, soprattutto, sul modo in cui viene gestita l’onda migratoria. I migranti non sono già sottoposti a controlli, non dovrebbero arrivare sul territorio, portati dalle cooperative, nelle migliori condizioni di salute? Solo venerdì scorso, dopo che la notizia si è diffusa in modo virale sul web, l’Amministrazione Comunale ha cercato di correre ai ripari. “Ci informano che sui social si sta diffondendo la falsa notizia di possibili situazioni di contagio legate allo stato di salute dei migranti - scrive il gruppo “Per Strambino” su facebook -. Questa circostanza allo stato attuale non sussiste. Le informazioni sullo stato di salute delle persone sono notizie riservate, e sicuramente non saremo noi a dare informazioni su eventuali malattie di qualunque cittadino, sia esso migrante o no, ma vi assicuriamo che al momento non esiste nessuna fondata preoccupazione del diffondersi di malattie contagiose legate alla presenza di migranti. Speculare sulla paura della gente è un’operazione veramente vergognosa, che qualifica chi lo fa”. Al che ci sorgono spontanee alcune domande. Ma se il sindaco in consiglio ha sostenuto di non saperne nulla, se ha preso l’interrogazione e l’ha messa agli atti come se non fosse un suo problema (benché il sindaco sia l’auotrità sanitaria pubblica di riferimento) su quali basi oggi, soltanto dopo che la voce si è soarsa fra i cittadini, sostiene attraverso la pagina del comune che non ci sia allarmismo? E ancora: perché, se ne è convinta, non l’ha detto nella sede istituzionale, ovvero in consiglio comunale? O magari lo ha saputo dopo, ma se è così allora il comune ha o no un rapporto con l’ASL, può accedere o meno ad informazioni sullo stato di salute dei profughi? Gli abitanti non chiedono dati anagrafici ma sicurezza. E sono domande a cui, con ogni probabilità, Cambursano dovrà rispondere. Conoscendo la minoranza, infatti, non è affatto escluso che questa non torni sul tema presentando altre interrogazioni.
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