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27 Giugno 2016 - 15:23
"La filosofia di fondo della Olivetti, vale a dire la centralità e la protezione del lavoratore, non è mai cambiata". Lo ha detto l'avvocato Tomaso Pisapia, difensore di Carlo Di Benedetti, nel corso del suo intervento al processo - ripreso oggi a Ivrea - per le morti da amianto fra gli operai.
Pisapia ha criticato il modo in cui la procura eporediese ha impostato l'accusa, parlando di imputazioni "generiche" e "più adatte all'amministratore di una ditta con 50 dipendenti". "De Benedetti - ha anche detto - oggi ha 82 anni. Ne ha spesi venti in questa città, prendendo un'azienda sostanzialmente decotta e portandola da mille a diecimila miliardi di fatturato, ed è un signore incensurato: eppure la procura non vuole nemmeno che gli si concedano le attenuanti generiche. Qui inoltre si contestano dei presunti mancati acquisti di mascherine, o l'assenza di 'ispezioni visive', al presidente di un'impresa con 60 mila dipendenti e sedi produttive sparse per il territorio".
Secondo la difesa, dopo l'ingresso di De Benedetti fu adottato un "effettivo ed efficace" sistema di deleghe in materia di prevenzione e sicurezza: i dirigenti avevano ampi poteri di gestione e di spesa.
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