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FELETTO. Intervista ai giovani, Simone Caggiano

Nel 2010 il primato era spettato a Graziano Colacicco, candidato con il maggior numero di preferenze raccolte, assessore a 26 anni. Oggi il record è battuto: nelle liste figurano due giovanissimi. Simone Caggiano, 22 anni, studente di marketing e comunicazione allo Ied di Torino, tra i volontari più attivi della Pro Loco. Sostiene la candidatura di Stefano Filiberto. Dall'altra Edoardo Tonso, 19 anni, componente della banda musicale, in lista con Loretta Garello. "Mi laureo a giugno, proprio in concomitanza con le elezioni" sottolinea Caggiano. Come mai hai deciso di candidarti? Vedo la candidatura come un'opportunità di continuare ad impegnarmi per il paese. Ed è anche un po' l'occasione per fare esperienza, per vedere dall'interno della macchina amministrativa. Questo è un motivo. L'altra ragione è che da quando sono entrato nella Pro Loco, nel 2012, mi sono accorto dei cambiamenti e dell'impossibilità, che abbiamo trovato da parte del Comune, nell'organizzazione di diverse iniziative. E' stato anche un po' degradante per noi della Pro Loco. Entro anche con la volontà di riunire un po' tutti, per rilanciare l'immagine di Feletto, trovare scambio e condivisione. Mi candido con l'intenzione di fare, e quando mi impegno in qualcosa cerco sempre di farlo al meglio. Quali sono le proposte? Tengo in modo particolare a Palazzo Fascio. Mi piange il cuore vedere un tale patrimonio decadere sotto i nostri occhi, perché non solo ha rilevanza culturale, al suo interno si trovano affreschi di pregio, ma è un luogo che si potrebbe sfruttare per l'esigenza di spazi che oggi abbiamo a Feletto. Tutti i comuni hanno un polivalente, noi una piccola stanzetta. Gli spazi potrebbero anche essere sfruttati per la biblioteca. C'è la necessità di sistemare fisicamente il paese, dare una coerenza estetica, occuparsi delle vie più trascurate. La gente lo chiede. Credo occorra, per esempio, riportare il mercato in centro, valorizzare le attività commerciali. Inoltre credo che il comune debba organizzare, ma che debba anche delegare: le associazioni sono il motore di una collettività. Come hai visto questi cinque anni? Borderline, facendo parte della Pro Loco. Ho vissuto gli impedimenti con cui ci siamo trovati a fare i conti. Per il resto mi sento di giudicare. Conosco bene Cristina Ferrero, con la quale sono in lista e siamo amici da molto tempo. Posso dire che ho contribuito all'organizzazione delle mostre sul clero a Feletto e sui 150 dell'Unità d'Italia, lavorando con Elena Molinar Min, una persona squisita, tanto è vero che stiamo pensando ad una pubblicazione del materiale raccolto. Ma più in generale, da parte dell'amministrazione, ho riscontrato un certo disinteresse. Se la partecipazione dei felettesi è scarsa forse è anche perché bisogna creare delle opportunità. Filiberto? Mi sarebbe piaciuto meglio capire quali siano state le dinamiche del passato e mi spiace che forse non siano così chiare alla popolazione. Di sicuro è una persona molto acculturata, determinata, schietta. Dobbiamo conoscerci meglio ma devo dire che alle nostre mostre ho riscontrato molta più partecipazione ed interesse da parte sua che da parte di alcuni amministratori. Sono molto contento della scelta. Come vedi la presenza sempre più massiccia di giovani nelle liste? E' un segnale positivo. E' giusto che anche noi cominciamo a metterci in gioco e dare il nostro contributo proponendo la nostra visione attuale del mondo. E' un'opportunità, rispetto agli adulti, di insegnamento reciproco. A questo proposito presenteremo il programma il 19 maggio ai Templari e il 3 giugno al Cin Cin con un aperitivo per i giovani.
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