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OZEGNA. COMUNE CONDANNATO PER AVER ASSUNTO UN LAVORATORE “IN NERO”

OZEGNA. COMUNE CONDANNATO PER AVER ASSUNTO UN LAVORATORE “IN NERO”

Ivo Chiarabaglio

TEGOLA NERA SU CHIARABAGLIO IN VISTA DELLE ELEZIONI BARTOLI AVEVA ATTACCATO: "SE IL COMUNE PERDE, PAGHINO GLI AMMINISTRATORI" E’ giunta ad epilogo l’annosa ed agguerrita causa civile in materia di lavoro che Luigi Aresu ha promosso avanti al Tribunale di Ivrea contro il Comune di Ozegna. Aresu, classe 1949, conosciuto per essere divenuto un senza tetto a seguito di infauste vicende lavorative con il Comune, risalenti al periodo tra il luglio del 2008 al settembre del 2010, ai tempi dell'allora sindaco Ivo Chiarabaglio, fin tanto che quest'ultimo non aveva deciso di "mandarlo a spasso", arrivando a staccargli addirittura la corrente dall'abitazione, ha finalmente ottenuto giustizia con una sentenza che a marzo 2016 condanna l'ente pubblico a rifondere al lavoratore assunto “in nero” gli stipendi ed i contributi lavorativi per un complessivo importo di oltre quaranta mila euro. Aresu, assistito dall’avvocato Manuel Peretti , ha ottenuto ragione avanti al giudice Buffoni del Tribunale di Ivrea, che lo ha riconosciuto lavoratore subordinato del Comune ed ha posto la parola fine alla vicenda giudiziaria che da tre anni interessa l’opinione pubblica per i risvolti umani e di diritto che possiede. “E’ una sentenza che giunge a seguito di un’ attenta ed approfondita attività istruttoria e che fa Giustizia su una vicenda umana di grande sofferenza”, fa sapere l’avvocato Peretti. Lascia quindi senza parole che il Comune, con i propri funzionari, invece di rispettare le leggi e riconoscere quanto dovuto al lavoratore, abbiano preferito pagare migliaia di euro in sanzioni e, stando alle determine pubblicate in albo pretorio, abbia versato oltre 20 mila euro di spese legali per i propri difensori. Una patata bollente che il sindaco uscente Enzo Francone ha ereditato dal suo predecessore, trovandosi quindi in una situazione parecchio imbarazzante. Ha quindi deciso di resistere in giudizio e sarebbe pronto, con il suo avvocato Roberto Peretti, a presentare ricorso. La parola, però, spetterà al suo successore visto che Francone sembra intenzionato a non ricandidarsi alle elezioni del 5 giugno. Risulta inoltre che il Comune di Ozegna abbia già pagato in passato una pesante sanzione amministrativa di circa 10.000 euro sempre per avere assunto Aresu senza regolare contratto e, visto il riconoscimento del Tribunale, dovrà ora pagare una nuova e più pesante sanzione, oltre a quanto dovrà versare al lavoratore. Il senzatetto, come ha raccontato davanti al Tribunale, avrebbe eseguito per due anni piccoli lavori di manutenzione sul territorio, come giardinaggio, viabilità alle scuole, piccole manutenzioni, in cambio di una paga misera (circa 5 euro l'ora), che veniva data in un modo anomalo. Il comune avrebbe versato dei contributi all'associazione Aib, coordinata peraltro dall'assessore all'agricoltura Bruno Germano. E l'Aib, a sua volta, ne avrebbe data una parte ad Aresu, come rimborso spese. La vicenda, al di là del piano umano e della lesione accertata dei diritti del lavoratore, è ancor più grave se si pensa che le sanzioni e tutte le spese legali saranno pagate con soldi pubblici. Aresu attende ora il versamento di quanto dovuto e riconosciuto dal Tribunale e nel frattempo è costretto a ricorre all’assistenza della Caritas per poter sopravvivere mentre il Comune non si è ancora adeguato al provvedimento del Giudice lasciando letteralmente in strada l’ex dipendente. La vicenda in questi anni ha coinvolto sindacati, servizi sociali e segna una pagina nerissima della trascorsa questa legislatura. La condanna è una pesantissima tegola che cade per altro a ridosso delle elezioni comunali e dovrebbe mettere Chiarabaglio, nuovamente pronto a correre per la fascia tricolore, di fronte alle proprie responsabilità nei confronti della popolazione. Anche perché Chiarabaglio se la vedrà con il il suo ex vicesindaco Sergio Bartoli, il quale, già nel 2010, era stato lapidario: "se la causa verrà persa – aveva detto – dovranno essere gli amministratori responsabili a pagare il danno recato, e non i cittadini".
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