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14 Aprile 2016 - 11:58
Frontiera svizzera
Conosceva il suo assassino Valentina Tarallo, la giovane ricercatrice torinese uccisa lunedì sera a Ginevra in circostanze ancora da chiarire.
L'ipotesi di una rapina finita male, circolata in un primo momento, sembra lasciare strada ad altri scenari investigativi, tra cui quello di una aggressione per motivi passionali, ma su questo punto il riserbo delle autorità elvetiche è massimo.
La polizia sarebbe sulle tracce di un un 36enne di origini senegalesi, già noto alle forze dell'ordine, sospettato di avere ucciso a sprangate la ventinovenne che, dopo la laurea in Italia, si era trasferita in Svizzera per un dottorato di ricerca in Microbiologia molecolare. Proprio l'accanimento dell'assassino nei confronti della ragazza, colpita più volte alla testa, e il ritrovamento addosso al suo cadavere del portafogli hanno indotto la polizia svizzera ad allargare le ipotesi investigative.
Alcuni conoscenti, giovani che come la ricercatrice torinese studiano e lavorano a Ginevra, hanno riferito di una breve storia con una persona di origini africane. Un uomo "geloso" - hanno sostenuto - da cui Valentina si sarebbe allontanata proprio per questo motivo.
Nessun particolare viene trascurato dagli investigatori elvetici, al lavoro per dare una risposta in tempi rapidi all'orrore di una vicenda che ha profondamente colpito la comunità italiana di Ginevra, che le ha reso omaggio con mazzi di fiori sul luogo del delitto, nella zona residenziale di Ginevra vicino agli ospedali dove la ragazza alloggiava.
Oggi i genitori della vittima, Generoso Tarallo e Mattea Di Carlo, hanno incontrato le autorità elvetiche e hanno effettuato il riconoscimento della salma all'obitorio. Nelle prossime ore torneranno a La Loggia, nel Torinese, dove vivono. Con loro la sorella di Valentina, Silvia, studentessa di Ingegneria anche lei all'estero per studio.
Valentina era rientrata a casa l'ultima volta nello scorso fine settimana. In paese la famiglia era molto conosciuta, anche per le attività di volontariato prestate dal padre e dalla stessa ragazza uccisa. La data del funerale non è stata ancora fissata perché manca ancora il nulla osta al trasferimento della salma e alla sepoltura.
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