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SETTIMO TORINESE. Abdullahi è italiano: "Adesso voto anche io (non la Lega)"

Ieri, lunedì 21 marzo, Abdullahi Ahmed ha prestato giuramento alla Costituzione Italiana presso la sala consiliare alla presenza del sindaco Fabrizio Puppo, di alcune autorità, locali e non, e a tutte le persone che in questi anni l’hanno conosciuto e gli sono state vicine nel suo percorso. Abdullahi è arrivato in Italia dal suo paese d’origine, Mogadiscio in Somalia, dopo 7 mesi di viaggio tra deserto e mare, il 23 giugno del 2008, ottenendo lo status di richiedente asilo. Da lì ha iniziato il suo lungo percorso verso uno degli obiettivi che si era fissato: ottenere la cittadinanza italiana. I primi del mese di marzo il Ministero degli Interni ha firmato il decreto della concessione per la cittadinanza italiana. Così Abdullahi, che nel 2014 è stato insignito della cittadinanza onoraria di Settimo Torinese, ha deciso di organizzare un evento per celebrare con tutti coloro che l’hanno supportato in questi anni.   Per diventare cittadino italiano bisogna seguire un lungo iter burocratico, come funziona? “Per i rifugiati che non possono tornare nel loro paese per ottenere la cittadinanza italiana devono essere iscritti da 5 anni all’anagrafe, aver lavorato negli ultimi tre anni e non aver commesso alcun reato. Mentre gli altri devono aspettare 10 anni e per chi è nato qui fino ai 18 anni, cosa assurda, chi nasce qui dovrebbe diventarlo già dopo 5 anni. Io sono in Italia dal 2008, da 8 anni, ho lavorato come mediatore/operatore culturale in molte associazioni, sono stato volontario del servizio civile, così il 20 giugno del 2014 ho effettuato la richiesta per diventare cittadino italiano e dopo un anno e otto mesi a inizio del mese mi è stata data la cittadinanza italiana”.   Perché hai deciso di realizzare una festa per prestare giuramento alla costituzione italiana? “Il 23 giugno 2008 sono arrivato in Italia e il 28 giugno dello stesso anno a Settimo. Il 18 settembre 2014 mi è stata data la cittadinanza onoraria di Settimo Torinese. Questa città mi ha dato tanto e ho deciso di prestare giuramento davanti al sindaco che insieme all’amministrazione si sono resi disponibili per realizzare questa “festa” per condividere questo momento con le persone che mi hanno accompagnato in questo lungo percorso, con tutti coloro che mi sono stati vicino, mi hanno sostenuto, supportato e sopportato in questi anni”.   La data che hai scelto per prestare giuramento è significativa, essendo la giornata mondiale contro il razzismo. “Il razzismo si basa sull’ignoranza, sulla non conoscenza. La storia ci insegna che l’accoglienza non è mai stata facile, gli italiani stessi non furono accolti bene, quelli che dal sud Italia venivano al nord per cercare lavoro, e a quell’epoca non rubavano lavoro a nessuno perché non c’era la crisi e il lavoro c’era per tutti. Qui a Settimo hanno anche costruito il Villaggio Fiat per tutti quei lavoratori che venivano al Nord per lavorare nella fabbrica. Forse sono stati accolti addirittura peggio di noi. La giornata mondiale contro il razzismo è un giorno simbolico non solo per dire no al razzismo ma per parlare di accoglienza, integrazione, convivenza pacifica”.   Questi ultimi sono temi che affronti molto con i ragazzi delle scuole.Continuerò ad andare a parlare nelle scuole del territorio, credo sia molto utile. Negli ultimi tre anni avrò incontrato più di 10mila ragazzi di diversi gradi scolastici del Piemonte, tra la provincia di Torino e il cuneese, tutte le volte ricevo un feedback positivo e la richiesta di poter tornare sia dagli studenti che dagli insegnanti e dai rappresentanti. È molto importante perché questo dimostra che chi si conosce si rispetta. Una volta per esempio mi è capitato di essere invitato da una professoressa in una scuola dopo la strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013 a parlare e raccontare la mia storia ai ragazzi. Uno di questi era contro l’accoglienza e l’integrazione, successivamente fu eletto rappresentante della scuola e mi chiese di ritornare a parlare dell’argomento perché qualcosa in lui era cambiato. Per questo credo che sia importante parlare di questi temi alle nuove generazioni, ai ragazzi. Da queste esperienze ho imparato anche che bisogna accettare il confronto, perché sta a me farmi conoscere, condividere la mia storia con gli altri. In questi anni quello che mi ha stupito dei ragazzi che ho incontrato è il loro ottimismo, in quanto si prefiggono sogni e obiettivi da raggiungere. All’inizio di ogni incontro pongo a loro delle domande come "qual è il vostro sogno?" e tra questi c’è quello di andare all’estero per scoprire il mondo, è importante secondo me la loro voglia di scoprire e conoscere nuove culture. Quando chiedo invece di che cosa hanno paura mi rispondono dell’ignoranza, dei pregiudizi, di deludersi e deludere le persone a cui tengono, della guerra e del terrorismo. E quando chiedo se praticano solidarietà scopro che tanti fanno gli animatori negli oratori, gli scout e mi dicono che ascoltano gli altri, un gesto molto importante per tutti loro. Poi racconto la mia storia e ad ogni incontro i ragazzi possono scrivere un bigliettino con domande e pensieri, constatazioni e ti assicuro che questi bigliettini valgono più di un qualsiasi stipendio. Penso di rendermi più utile a fare questo piuttosto che qualsiasi altro lavoro”.   Tu puoi essere considerato tra i rifugiati “fortunati” in quanto la Somalia oggi viene riconosciuta come un luogo pericoloso e non fanno rimpatriare i rifugiati ma ad altri come ai malesi non verrà più riconosciuto lo status di rifugiato e saranno costretti a tornare in patria, i dinieghi di cui si sta parlando molto in questo periodo. “Quando sono arrivato qui, oltre ad avere i requisiti necessari per poter rimanere, mi sono posto degli obiettivi: imparare l’italiano, lavorare, chiedere la cittadinanza. Non tutte le persone hanno avuto la fortuna che ho avuto io, pur avendo voglia di ripartire da zero, la vera differenza la fanno le opportunità e le possibilità date. Il problema dei dinieghi è serio, uno affronta un lungo viaggio in cui si gioca la vita delle persone per poi sentirsi dire di tornare indietro. È difficile. L’articolo 10 comma 3 della Costituzione Italiana garantisce il diritto d’asilo allo “straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’esercizio delle effettive libertà democratiche”, queste ultime parole sono difficili da interpretare perché che cosa si intende esattamente per libertà democratiche? In Europa non si viene solamente perché è il continente più ricco del mondo, altrimenti si potrebbe andare negli Emirati Arabi, nel Qatar, in Europa si viene perché viene riconosciuta la dignità della persona e la libertà, non solo d’espressione. Poi però con Schengen ci sono i muri che ritornano, i paesi dell’est che sono in prima fila per non accogliere, mentre dovrebbero essere i primi per evitare di ripetere ciò che è stato fatto nel passato. L’Italia invece sull’accoglienza è in prima fila, si è impegnata a salvare vite umane, una bella pagina nella storia del paese, mentre sull’integrazione ci sono ancora dei passi da fare”.   Hai sempre voluto fermarti in Italia o volevi raggiungere un altro paese europeo?Dublino, come molti altri miei connazionali si punta ai paesi più a nord, ma poi l’Italia mi ha dato tanto”.   Ora che hai finalmente la cittadinanza italiana, ti sei posto nuovi obiettivi? “Ottenere il passaporto italiano con cui potermi spostare senza essere un clandestino, il passaporto italiano è il terzo più potente al mondo, e andare in Somalia a trovare i miei genitori che sono circa 9 anni che non li vedo, con il permesso di soggiorno non si può. Con la cittadinanza italiana, inoltre, potrò partecipare ai concorsi pubblici e finalmente, avrò il diritto di voto, una possibilità che non ho mai avuto in 27 anni. Infine potrò mantenere il mio mondo qui in Italia”.   Per un certo periodo di tempo sei stato ospite del centro Fenoglio, ora dove vivi e come ti mantieni? "Sono stato ospite del centro Fenoglio per un anno, poi ho trovato lavoro e sono uscito dal centro".   Dopo una serie di lavori che hai svolto, tra cui il magazziniere e volontario per il Servizio Civile Nazionale all'Informagiovani (rinunciando all'indennità di disoccupazione), da alcuni mesi lavori per Fondazione Comunità Solidale, in che cosa consiste il tuo lavoro? "Mediazione interculturale (Abdullahi ha già svolto il ruolo di mediatore interculturale per la cooperativa Orso e Terra del Fuoco, ndr). So di che cosa ha bisogno un rifugiato, umilmente, do una mano ai colleghi della Croce Rossa, guidata dal comandante Ignazio Schintu, che sono molto preparati, ad aiutare le persone che arrivano al centro Fenoglio".   Ora che hai la possibilità di votare in Italia, hai già un'idea precisa di chi votare e a quale partito o rappresentante nazionale o locale daresti il voto? "Sono una persona libera e indipendente, ma so già da che parte stare, sicuramente non voto la Lega!".    
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