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19 Marzo 2016 - 12:40
La Reggia di Venaria
Dopo quasi dieci anni Giuseppe Penone, scultore che vive facendo la spola tra Torino e Parigi, torna alla Reggia di Venaria con una nuova installazione: sette opere nelle restaurate Grotte del muro castellamontiano del Parco basso dei Giardini, che vengono inaugurate sabato 24 marzo. Nell'ambito di una virtuosa continuità di "dialogo e sintonia", questi i termini che ama usare, con le altre sue imponenti installazioni già presenti ne 'Il Giardino delle Sculture Fluide' allestito nel 2007, prima collaborazione tra il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e la Reggia, l'artista ha posto una nuova serie di sculture più piccole.
Nella storia della residenza sabauda alle porte di Torino, il Parco basso rappresentava, nella poetica del giardino seicentesco, lo spazio più elaborato: ricco di fontane, apparati scultorei, aiuole composte secondo elaborati disegni e caratterizzato dalla presenza della struttura muraria di contenimento della Corte d'onore, impreziosito da grotte e nicchie in esso contenute. Nel corso del 2015 sono stati completati gli interventi di restauro del paramento murario e di sistemazione dell'area antistante rendendo così completamente fruibili gli spazi delle sette Grotte, un tempo decorate con conchiglie ed elementi in pietra e allestite con vasche d'acqua e statue e oggi tramutate in spazio espositivo.
Dai tessuti lucchesi a quelli veneziani e genovesi, dagli avori medievali degli Embriachi alle invenzioni dell'oreficeria milanese del Cinquecento, dalle armature lombarde ai bronzetti che diffusero il gusto per l'antico, fino alle maioliche di Faenza poi note in Francia come faences. Sono alcuni dei momenti della produzione artistica italiana in cui vennero creati oggetti di straordinaria qualità tecnica e decorativa. A queste creazioni che, ispirandosi al rapporto con l'antico che connotava l'arte italiana, attinsero alle più avanzate invenzioni delle arti cosiddette maggiori, e costituirono il tramite più rapido della diffusione nel mondo dei modelli iconografici e stilistici elaborati in Italia, la Reggia di Venaria dedicata la mostra 'Fatto in Italia. Dal Medioevo al Made in Italy', nella Sala delle Arti dal 19 marzo al 10 luglio.
La rassegna, che si propone di rintracciare nella storia della produzione artistica italiana quei momenti straordinari, tra Medioevo e Novecento inoltrato, nei quali la qualità artistica, la capacità di innovazione e l'eccellenza tecnica si sono uniti per produrre beni che, riconoscibili per il loro stile e diventati di moda, sono stati esportati nel resto d'Europa, coinvolge prestigiosi enti europei ed italiani. Come il Victoria and Albert Museum, il Louvre, il Museo dei Tessuti e delle Arti decorative di Lione, il Museo di Capodimonte, il Museo Nazionale del Bargello, il Castello Sforzesco.
La straordinaria avventura del Made in Italy prende il via proprio dal 1200, quando la scritta "Fato in nella butega de" era impressa sul retro delle maioliche realizzate nel nostro Paese, segno forte che fin dal Medioevo identificava la qualità artistica e artigianale del prodotto fatto in Italia. Nel percorso della mostra troviamo gli armaioli Negroli, l'atelier praghese dei Miseroni, le maioliche dei Fontana e dei Patanazzi, tutte società a base familiare attive per generazioni. Nelle ultime sale sono posizionate le produzioni più attuali del made in Italy: creazioni di alcuni giovani designer italiani che, in diretta linearità con gli artisti del passato, lavorano i medesimi materiali utilizzati secoli prima (terra, ferro e vetro) per realizzare le loro opere. Le sale della mostra sono organizzate in percorsi paralleli: uno indaga i materiali lavorati (bronzo, metallo, tessuto, maiolica, corallo), l'altro le città produttrici: Venezia, Milano, Genova.
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