Sarà pronunciata il prossimo 14 marzo la sentenza nei confronti di Riccardo Priolo, il 29enne di Feletto, con diversi precedenti alle spalle, gestore di un bar ad Agliè, finito alla sbarra con l'accusa di omicidio colposo per l'incidente in cui, il 17 ottobre del 2010, perse la vita l'anziano Calogero Baglio. Giovedì scorso è stato sentito il consulente del pubblico ministero presso l'aula penale del Tribunale di Ivrea, dove si sta celebrando il processo per omicidio colposo, per ricostruire la dinamica del sinistro. Priolo, a bordo della sua Mercedes, aveva colpito il fianco sinistro della Fiat Punto, su cui si trovava Baglio. Il primo proveniva da via Chiala, si stava recando dal centro paese verso Lusigliè. L'altro, sbucando dalla strada laterale, doveva attraversare l'incrocio per immettersi su via Benedetto. "Che la vittima avesse bruciato lo stop ha pacifico" ha confermato, tra l'altro, il dottor Roberto Bergantin con studio a Torino, evidenziando le conclusioni della sua relazione depositata già nell'aprile 2011. La Punto doveva viaggiare, per ovvia deduzione, ad una velocità costante, molto modesta. La velocità della Mercedes doveva aggirarsi, invece, tra i 70 ed i 75 km orari, come ha permesso di rilevare, secondo le leggi della fisica, l'analisi dall'individuazione del punto d'urto alla stima della decelerazione per l'attrito fino a determinare l'energia residua calcolando, come dichiarato dai testimoni oculari, che in quella giornata uggiosa l'asfalto era umido. Nessun segno di frenata o di scarrocciamento. "L'impatto – ha concluso l'esperto rispondendo alle domande del Pm Letizia Ferraris – era stato pressoché trasversale, con un'introflessione di circa 55 cm nella portiera della Punto". Resta il dubbio del consulente sulle condizioni atmosferiche di quella giornata benché dalle fotografie scattate dai carabinieri fossero ben evidenti soggetti con l'ombrello in lontananza. Il consulente della difesa, affidata all'avvocato Manuel Peretti, sarà sentito sempre il 14 marzo. In quella data Priolo rilascerà anche dichiarazioni spontanee. Resta da sciogliere il nodo legato ai controlli che vennero eseguiti dopo l'incidente. I carabinieri volevano sottoporre Priolo all'esame etilometrico e delle sostanze stupefacenti ma il ragazzo si sarebbe ribellato alla richiesta di eseguire il prelievo del sangue. "Non mi faccio bucare per una cosa così" avrebbe detto, accettando di sottoporsi all'esame delle urine. Riempito il campione, però, sarebbe uscito momentaneamente dall'edificio per rientrare qualche istante dopo, e quindi avrebbe consegnato quanto richiesto. Priolo, tramite il suo legale, ha presentato una denuncia-querela per discrepanze sui verbali.
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