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30 Dicembre 2015 - 11:28
RivaBanca
A dissipare i punti di domanda sul nascere ci hanno pensato direttamente il Presidente e il Direttore, Gianni Desiderio e Bernardino Naretto. "Niente di tutto questo. Noi abbiamo partecipato al salvataggio, come tutte le banche: mille euro a testa. Ed anzi, paradossalmente, oggi Rivabanca è la banca più solida d'Italia". Perché è appena nata. E perché persegue i valori del credito cooperativo, che oggi si trova di fronte ad un passo importantissimo: la riunione nella holding Iccrea spa di 368 banche in tutto lo stivale. "E' il concetto della mutualità – spiega Desiderio – che prima si fa in casa. Chiamiamola filantropia. La nostra mission è di guadagnare di più per aumentare il capitale e poter concedere più prestiti, nell'interesse del cliente. Non vendiamo prodotti che ci fanno guadagnare di più ma seguiamo una logica di servizio senza guardare al tornaconto economico. Non c'è finanza speculativa".
A tracciare una linea divisoria netta tra Rivabanca e Banca Etruria basterebbe lo spirito dei manager. "Da noi nessun bonus a manager e cda – sottolineano Presidente e Direttore -. L'ottanta per cento degli utili è destinato a rafforzare il patrimonio, una parte ad attività culturali e ricreative del territorio ed il 3 per cento alla cooperazione. Il personale ha uno stipendio minimo. Il direttore prende meno di un cassiere. Il cda ha rinunciato ad emolumenti e gettoni di presenza. Insomma: è volontariato".
Rivabanca conta oggi 1500 soci che han messo cinque milioni di euro, capitale minimo per avviare una banca del territorio. Ha un indice di patrimonializzazione del 38 per cento. Altissimo.
Obiettivo 2016? "Svilupparci – dicono Desiderio e Naretto -. Abbiamo dedicato i primi sei mesi alla strutturazione, a dotare la banca di regolamentazione, personale, formazione. Oltre duecento i regolamenti adottati, una trentina le comunicazioni mensili a Banca Italia. Dovremo aumentare il personale dedito al controllo".
Ai primi di gennaio aprirà a Rivara la seconda filiale, stando alle due autorizzazioni ottenute. "Ritengo che ci darà molte soddisfazioni, in un territorio in cui sono presenti molte aziende" sottolinea Desiderio.
Per quanto riguarda le operazioni di credito, più di 300 sono stati gli affidamenti per un volume di circa 10 milioni di euro. Tutte in bonis, finora, per cui è richiesto uno stato ottimale di gestione (secondo la scala si passerebbe, di male in peggio, ma non è il caso rivarolese, ai crediti in evidenza, per cui vige uno stato di attenzione, e poi in incaglio, che equivale a dire aziende che non riescono più a dare riscontro delle rate, infine l'ultima classificazione delle sofferenze indica la difficoltà di riscossione). Circa 500 i conti correnti. Il cda si riunisce ogni 15 giorni. Il direttore ha un'autonomia fino a 30mila euro di prestiti e mutui fino a 100mila euro, ma tutte le pratiche passano dal cda e dall'ufficio crediti. "Il sistema bancario – ricordano Naretto e Desiderio – ha 200 miliardi di sofferenze ed altri 200 miliardi di incagli. La crisi è generata dalla mancata restituzione dei crediti. Vero è che vengono accusate le banche ma se il sistema bancario è in crisi è perché il sistema economico è in crisi. A fare la differenza è la classe dirigente". Con Rivabanca, insomma, si è n buone mani....
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