Negli ultimi anni, con il diffondersi della moda delle “Casette dell’Acqua” , richieste a gran voce dei cittadini, anche in diversi centri montani o pre-montani della Valli Orco e Soana sono stati installati quegli impianti. A volte i Comuni partecipano ai guadagni, in altri casi non ne ricavano nulla e non mettono voce nella loro gestione. Abbiamo per ora sentito i primi cittadini di Pont (dove l’erogatore è gestito dalla SMAT) e di Sparone (che si è affidato ad una società privata, l’”Acqualife”). In entrambi i casi gli amministratori pubblici non sanno cosa accada dietro le quinte né finora avevano pensato di doverci mettere naso. Non sanno se le analisi vengano fatte e, in caso affermativo, con quale frequenza e sulla base di quali criteri. Non sanno se ad effettuarle sia l’ASL o le stesse società di gestione. Non conoscono con precisione gli obblighi cui i gestori dovrebbero sottostare né i parametri di sicurezza da rispettare. In compenso rischiano di finire nei guai in caso di problemi per la salute pubblica.
A Pont
A Pont il “Punto Acqua” è stato installato dalla SMAT, che – dice il sindaco Paolo Coppo – “Fa tutto e controlla tutto. Sinceramente non saprei con quale periodicità vengano effettuate le analisi né abbiamo la possibilità di sapere quanta acqua venga erogata”. Qualche elemento in più lo forniscono i consiglieri di minoranza Rolando e Portacolone. “Su una parete della Casetta – spiega il primo – viene appeso un manifesto con i risultati dei prelievi”. Prelievi che – conferma Portacolone – “vengono sicuramente effettuati: ho visto io stesso i tecnici al lavoro con le provette. Non so però ogni quanto tempo avvenga”. Ancora Rolando afferma: “Quest’acqua è buona ed ha delle caratteristiche positive. Si pubblicizza tanto la minerale “Sant’Anna” perché povera di sodio: in quella del nostro distributore il sodio è presente in quantità ancora più basse”. I consumatori sono tanti e soddisfatti e la tabella affissa sulla casetta riporta cifre più che rassicuranti. Nessun neo allora? E’ questo il problema: che non si sa e non si riesce a saperlo. Le analisi le fa la SMAT: trattandosi della medesima società che gestisce e controlla l’acquedotto, si presume che sappia fare bene il suo lavoro però come potremmo esserne certi? In fondo sta controllando sé stessa. I valori resi noti sono lusinghieri ma sono state sottoposte ad analisi tutte le sostanze potenzialmente nocive o qualcuna potrebbe essere stata dimenticata? La tabella, inoltre, non dà indicazioni temporali: non è indicata la data dell’ultimo prelievo né quella in cui verrà effettuato il prossimo.
A Sparone
A Sparone il distributore di acqua potabile non è gestito dalla SMAT ma dalla società “Acqualife”. La scelta era stata fatta a suo tempo (circa quattro anni fa) anche per motivi estetici. “La casetta della SMAT non ci piaceva proprio – ricorda il sindaco Anna Bonino – Può andar bene in una periferia urbana ma non in un comune montano come il nostro”. Infatti a Sparone era stata costruita una casetta in legno, che non aveva mancato di suscitare critiche (anche da parte di chi scrive) proprio in merito al suo inserimento nel contesto. Ma non è questo il tema odierno: oggi si tratta di capire se i distributori dell’acqua siano sicuri oppure no. Il sindaco spiega: “Si era fatta carico di tutto l’ ”Aqualife”: di costruire, installare e gestire l’impianto in cambio degli incassi. Del resto il Comune non avrebbe avuto i mezzi per occuparsene direttamente: a noi interessava offrire ai cittadini un servizio che ci era stata richiesto da molti di loro. Qualche anno fa questi erogatori erano di moda e tutti li volevano. Altre società ci avevano proposto di collocare l’impianto sulla 460 ma noi lo volevamo in centro anche perché sulla Provinciale sarebbe stato maggiormente esposto al rischio di atti vandalici. La proposta dell’Acqualife era stata conveniente anche sul piano economico”. E i controlli? “Ovviamente hanno degli obblighi ma non siamo noi a verificare che vengano rispettati.: fanno tutto loro”. Di fronte ai problemi sorti a livello nazionale, il sindaco si è allertata: “Mi metterò in contatto con la società per saperne di più”.
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