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IVREA. Infermieri, beccamorti e mazzette. 16 rinvii a giudizio

Sono 16 i rinvii a giudizio dell Procura di Ivrea nell’inchiesta sui “beccamorti” e sul “caro estinto”,  portata alla luce dalla Guardia di Finanza. Compariranno davanti al gup, Luca Fadda, il 7 aprile. Le accuse sono corruzione e corruzione di pubblico ufficiale, truffa e favoreggiamento. Si tratta di quattro operatori sanitari (Mauro Colmuto, 56 anni, di Cascinette, Gianni Biolatti, 39 anni, di San Giusto, Daniela Capelli, 49 anni e  Gianni Pietro De Filippi, 48 anni, di Busano) e altre 12 persone, perlopiù titolari e dipendenti di imprese di pompe funebri. Confermato in toto l’impianto accusatorio che nel gennaio scorso, in seguito alle intercettazioni, avevano fatto scattare agli avvisi di garanzia. Ed erano “mazzette” in cambio della segnalazione alle imprese funebri dell’arrivo nelle camere mortuarie di pazienti appena deceduti in ospedale o per consigliare ai parenti aziende ‘amiche’. Fra gli impresari delle pompe funebri e gli operatori sanitari, in servizio negli obitori, insomma, si era formato un vero e proprio sodalizio criminale per pilotare l’assegnazione dei servizi di onoranze funebri dietro compensi in denaro che andavano dai 50 ai 100 euro. Secondo una più accurata riscotruzione, gli operatori sanitari allertavano gli impresari ‘del giro’ del trasporto delle salme dai reparti agli obitori, oppure avvicinavano i parenti raccomandando certe imprese. In alcuni episodi, inoltre, secondo quanto avevano accertato le Fiamme Gialle, la vestizione delle salme veniva curata con maggiore attenzione se accompagnata da somme in denaro elargite dall’impresa incaricata del servizio funebre. Un sistema di corruzione e malcostume che ha già avuto precedenti in svariate regioni italiane. Le indagini erano scattate nell’estate del 2014 in seguito alla denuncia di un “beccamorto” eporediese insospettitosi nel veder lavorare sempre e solo le stesse agenzie. Alcuni degli indagati, durante gli interrogatori, hanno raccontato che il denaro ricevuto era da considerarsi “mancia” e non “mazzetta”. UOVA FRESCHE E AL TEGAMINO, POLLI E ROLLATA DI CONIGLIO A Guorgnè c’era Gianni Piero  De Filippi. A Ivrea c’erano Mauro Colmuto operatore socio sanitario in concorso con Gianni Biolatti, entrambi addetti alle camere mortuarie, insieme a Daniela Capelli del reparto di medicina. Secondo la Procura avrebbero percepito più somme di denaro per l’attività di vestizione delle salme del personale deceduto, un’attività che rientra tra le loro mansioni, almeno stando al regolamento interno. Il denaro (50, 100 euro) delle Pompe funebri, era la ricompensa per aver convinto la moglie o il marito del defunto ad affidare le esequie proprio a loro. Ci sono gli sms, i fotogrammi e le telecamere posizionate all’interno delle camere mortuarie Emerge il ruolo preponderante di Mauro Colmuto. Tutte le volte che riceveva del denaro non vedeva l’ora di comunicarlo alla convivente Daniela Capelli. “Se mi va male ne recupero 55, se mi va bene 85 se ho fatto bene i compiti” e ancora “Gli ultimi 20 recuperati”. Appassionante, quasi da film di Walt Disney, l’utilizzo che si fa di alcuni termini per parlare di mazzette, stecche e superstiti, “Uova fresche”, “gallo” e “gallina”, ma anche “rollata di coniglio”, “frittata”. Più che operatori sanitari, quando parlano al telefono sembran dei cuochi… “Domani arrivano le uova fresche di pollaio offerte da Paola Allera)”, scrive Colmuto a Capelli. “Totale 4 per ora. Si ottima la frittata;-)” E ancora “Allora vuoi il gallo o la gallina?”… “Visto che hai detto delle uova, io ti chiedo, vuoi il gallo o la gallina?…. si, però io ti chiedo cosa ti mando giù? il gallo o la callina? Guarda che ti trovi giù un pollaio eh (risata) … la prossima settimana ti mando giù la gallina va bene?… vuoi l’americana o l’ovaiola? … lo stesso, anche l’americana va bene? un po’ più piccola…. vuoi un colombo? … vuoi un columb?…. salvo la gallina ok ciao” Sullo stesso piano Gianni Biolatti: “Oggi mi faccio due uova al tegamino e vai con Dio, come ieri.. Si parola Sì Sì Sì finche cisono le uova di Allera va bene…” Il 19 giugno dello scorso anno i tre scoprono di essere intercettati e c’è Colmuto che invita la convivente a utilizzare Whatsapp. “No! Non posso fermarmi – dice uno di loro -. Io ho bisogno di quei soldi». Così all’alba è scattato il blitz con oltre 40 militari impegnati in 17 perquisizioni tra abitazioni private e uffici delle imprese funebri coinvolte.   Gli altri indagati Aldisia Trione, classe 74 anni, di Cuorgnè Giuseppe Pavese, classe 1952, residente a Forno Canavese, frazione Cimapiasole Paola Luisa Allera, classe 1963, residente a Castellamonte Giovanni Battista Allera, classe 1968, residente a Castellamonte Mauro Ceregati, classe 1969, residente a Montalto Dora Piero Florian, classe 1958, residente a Strambino Marco Regis, classe 1979, residente a San Giusto Giuseppe Senapo, classe 1954, residente a Strambino, frazione Realizio Stefano Spinucci, classe 1956, residente a Strambino Roberto Piero Giglio Tos, classe 1966, residente a Zubiena Lauretta Schiumski, classe 1963 residente a Caluso Claudio Brunetto, classe 1964, residente a Vidracco  
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