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09 Luglio 2015 - 22:04
Era tutta una bufala. Non arriveranno i profughi a Settimo Vittone. E tanto meno sarà dato loro, come dimora, il vecchio albergo in località Caney.
La notizia era trasudata nei giorni scorsi in paese. Tanto da mobilitare il numero due del Movimento 5 Stelle, Gianroberto Casaleggio, che a Settimo Vittone è proprietario di una lussuosa villetta per le vacanze, collocata proprio vicino all'edificio fatiscente che sembrava dovesse ospitare gli immigrati. Si è rivolto ai suoi avvocati ed ha scritto al Presidente della Regione Sergio Chiamparino, al Sindaco di Settimo Vittone Sabrina Noro, alla prefettura di Torino e all'Asl per chiedere controlli alla struttura.
“Premesso che il nostro cliente non ha nulla da obiettare a che la Comunità di Settimo Vittone si faccia carico, nei limiti delle proprie capacità e possibilità, di tale emergenza sociale, nonostante l'impatto che certamente produrrà – ha premesso l'Avvocato Alessandro Orsenigo con lettera del 15 giugno scorso -, mi ha incaricato di evidenziarvi come la struttura dove dovrebbero essere accolti i migranti sia in realtà un immobile dismesso e fatiscente, privo dei benché minimi requisiti igienico sanitari e che di alberghiero ha oramai solamente la denominazione e, sulla carta, la destinazione d'uso”.
Nulla contro gli immigrati, ma biasimo per la scelta della sede in cui alloggiarli. Ed infatti l'avvocato l'avvocato ha aggiunto che, "in considerazione de senso di umanità dovrebbe caratterizzare la gestione dell’attuale emergenza, invitiamo ciascuno dei destinatari a disporre i necessari controlli igienico sanitari oltre che amministrativi al fine di accertare e verificare che il suddetto immobile sia dotato dei requisiti minimi per l’accoglienza umanitaria di cui trattasi. E ciò a maggior ragione se si considera che sarà un costo economico per la comunità. Siamo certi che darete corso agli accertamenti del caso a tutela dei soggetti più deboli, le cui condizioni di vita dignitosa andranno garantite”.
La risposta non si è fatta attendere da parte dell'Assessore Regionale Monica Cerutti: “Allo stato attuale e sulla base delle verifiche da noi effettuate, non risulta alcun accordo fra gli enti pubblici territoriali e la proprietà della struttura. I soggetti istituzionali da noi interpellati e nello specifico la Prefettura di Torino e il Comune di Settimo Vittone nella persona del Sindaco, non erano a conoscenza della possibilità che viene paventata. Il senso di umanità oltre che il rispetto di adeguate condizioni igienico sanitarie, inducono tutti gli attori a opportune verifiche preventive circa la sussistenza dei requisiti minimi per poter offrire una dignitosa ospitalità a chi fugge da situazioni estreme di fame, guerra ed epidemie".
Cerutti ha messo il cappello ai progetti che si stanno mettendo a punto nella Regione. "Molte altre strutture, non solo alberghiere – scrive, dicendosi disponibile a qualsiasi chiarimento -, ospitano nella nostra Regione persone arrivate nel corso degli ultimi mesi sulle coste italiane. Non ci sfuggono d’altronde le preoccupazioni e i turbamenti di molte comunità in merito al possibile sconvolgimento di abitudini di vita, di tranquillità e quiete. Ci teniamo pertanto a tranquillizzare rispetto al lavoro costante di monitoraggio e supporto agli abitanti, agli operatori sociali e agli amministratori pubblici, impegnati nella complessa gestione dell’accoglienza. Lo sforzo che chiediamo ai cittadini piemontesi è grande solo se non raffrontato alla lotta per la sopravvivenza che ha mosso questi profughi a sfidare il deserto, la fame, le guerre e non da ultimo un viaggio in mare in condizioni più che proibitive".
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