I sindacalisti Cgil, Cisl, Uil nella redazione de
La Nuova Voce.
Da sinistra, Maurizio Cutaia (Uil Fpl), Vittorio Mecca (Cgil Fp) e Paolo Osella (Cisl Fp)
Più che il sasso in uno stagno, sembrerebbe l’urlo solitario che scatena una valanga inarrestabile. La lettera scritta dagli agenti della polizia municipale di San Mauro sta causando un vero e proprio terremoto politico. Proprio perché invece di essere lasciati al proprio destino, i vigili di San Mauro sono stati sostenuti e appoggiati sia da molte forze politiche sanmauresi, che soprattutto dalle sigle sindacali unite. Cgil, Cisl e Uil si uniscono all’urlo e formano un coro di proteste contro la gestione del comando unificato di polizia locale, chiedendo un immediato scioglimento del cosiddetto “super-comando”. Non è la prima volta che accade, vero, ma in questo caso l’onda d’urto potrebbe davvero far crollare una struttura già di per sé vacillante. “Facciamo nostra la lettera scritta dai colleghi di San Mauro - affermano Vittorio Mecca, Paolo Osella e Maurizio Cutaia, rispettivamente Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fpl -. Durante l’assemblea sindacale del 23 giugno, quel documento è stato condiviso da tutti i dipendenti della polizia locale Net. I malumori e le inefficienze denunciate in quella lettera sono gli stessi malumori e le stesse inefficienze che tutti i colleghi dei quattro comuni (Settimo, San Mauro, Borgaro e Caselle, ndr) riconoscono”. Il succo è questo: dopo tre anni di sperimentazione del servizio unificato, il bilancio è così fallimentare da esigere provvedimenti immediati. Nelle attuali condizioni, i lavoratori non sono più disposti ad accettare di andare avanti. E quali sono, le attuali condizioni? In primis, la questione economica. “Denunciamo - dicono i sindacati - i continui ritardi nell’erogazione della produttività ai dipendenti nonché l’utilizzo di risorse economiche per servizi diversi da quelli sottoscritti tra le parti”. Poi, le questioni organizzative. “Le continue riorganizzazioni improvvisate che non hanno sortito migliorie sull’attività, ma anzi hanno distorto sempre più il servizio della polizia locale all’interno dell’Unione”. Ancora, il mancato rispetto degli accordi. “Denunciamo anche l’unilaterale disdetta degli accordi sindacali, dopo poco tempo dalla loro sottoscrizione e la ratifica dei lavoratori. Sia in materia economica sia in materia normativa”. E poi i costi fuori controllo. “Denunciamo il troppo grave impegno economico derivante dall’istituzione sia dei quadri intermedi di comando, che dei dirigenti. Oltre che il troppo oneroso costo di gestione e della logistica delle varie sedi di Comando, in particolare quella di via Italia 90. Denunciamo anche l’aggravio economico insito nelle tante collaborazioni per la gestione e il coordinamento del Net”. Infine, la mancanza di un dialogo costruttivo. “Denunciamo l’assoluta mancanza di corrette relazioni sindacali che porta alla non-disponibilità a entrare nel merito delle criticità continuamente segnalate”. Insomma, “ribadiamo a gran voce e unitariamente, sostenuti da tutti i lavoratori, che tutto ciò sta ad indicare che il progetto Net non è più sostenibile e che l’impianto e la gestione vanno sin da subito improntati al rientro della funzione di polizia locale nei comuni di provenienza entro e non oltre fine 2015”. “Dallolio? Prenda pure provvedimenti” Il documento scritto dai vigili di San Mauro non è stato ben accolto dall’amministrazione Dallolio. Lo stesso sindaco, in un incontro con gli agenti, ha paventato l’ipotesi di una sanzione disciplinare. Ipotesi poi non realizzatasi. “Le rivendicazioni dei colleghi di San Mauro non sono solo giuste ma veritiere - commentano i sindacati -. Dallolio effettui pure questi provvedimenti disciplinari se ritiene che ci siano le condizioni. Sappia, però, che non solo è stata dichiarata la verità, ma che uno dei politici che ha fatto più promesse senza mai mantenerle è proprio il sindaco Dallolio. Lui dovrebbe prendere coscienza della fallimentare posizione di intermediazione della politica in questa vicenda”. “Il nostro messaggio, per quanto forte, voleva essere tecnico e non politico - commenta Carlo Delfino, agente sanmaurese e Rsu -. In risposta alle dichiarazioni del segretario del Pd, Lo Cicero, rispondo invece che i nostri passi li abbiamo fatti in silenzio e senza clamore, ma nessuno ci ha mai ascoltato”.
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