La sera di mercoledì 17 giugno si è riunito per la prima volta il nuovo consiglio comunale di Pont. Un consiglio ampiamente rinnovato: i rappresentanti delle opposizioni sono tutti dei neo-eletti ma anche nella maggioranza vi è stato un forte ricambio. A colpire è la scarsità di donne presenti: due soltanto, una in maggioranza, l’altra all’opposizione. Come sempre accade ad una “prima seduta”, più che sui contenuti (necessariamente scarni) l’attenzione si è concentrata sugli atteggiamenti, sul modo di porsi dei singoli consiglieri e dei gruppi nel loro insieme: osservandoli si sono potute trarre interessanti indicazioni per capire quale sarà lo stile dei nuovi amministratori. Che aria tira? Lo stile di governo non cambierà, essendo il sindaco rimasto il medesimo. Come si poteva prevedere – e come ha ampiamente anticipato nella prima seduta – anche il prossimo quinquennio sarà caratterizzato da un primo cittadino che formalmente si apre al dialogo ma poi non sa gestirlo: brusco, insofferente, a volte francamente ineducato. E’ sicuramente un dato caratteriale ma l’intolleranza non è mai solo un fatto di carattere. Del resto è in buona compagnia, in un’Italia sempre meno democratica, dove gli esponenti del governo dialogano volentieri solo con chi la pensa come loro e ripetono come un mantra: “Va bene discutere ma poi decido io!”. Detto questo, è un fatto che i modi di Coppo non gli hanno nuociuto in sede di voto dal momento che il 57% dei pontesi ha scelto lui. Fatta salva la caduta in verticale dei votanti. Nonostante la sua posizione di forza, Coppo era piuttosto nervoso. Tanto che buona parte del pubblico presente in sala non ha capito come fossero stati assegnati le deleghe e gli assessorati. Un nervosismo che ha colpito anche la segretaria comunale, dottoressa Mancino, finora distintasi per il suo atteggiamento cortese ed imparziale, quasi simile a quello dei segretari pre-riforma, che si occupavano della correttezza delle procedure piuttosto che di questioni politiche. Non conosceva Claudio Barinotto (non proprio uno sconosciuto a Pont) e, quando la Trucano ha chiesto chiarimenti sull’acquisizione dell’ex-conceria, le ha risposto con tono irritato: “Siete consiglieri, avete accesso agli atti. Andate a vederli!”. Sui nuovi eletti della maggioranza non ci si è per ora potuti fare un’idea poiché nessuno è intervenuto a dire la sua, malgrado la sollecitazione in tal senso espressa da uno degli intervenuti nel dibattito. Quanto agli esponenti delle minoranze, l’impressione è che ciascuno di loro avrà il suo modo di fare opposizione, indipendentemente dallo schieramento di appartenenza. Il capogruppo di “Unione e Progresso” Walter Portacolone è sembrato propendere per la ricerca del dialogo a tutti i costi (“Tutti i programmi puntano al bene del paese”). Claudio Barinotto farà probabilmente un’opposizione “politica”, stile Prima Repubblica: decisa ma un po’ dogmatica. Pier Mauro Rolando si è mostrato intenzionato a dire la sua, anche se è stato trattato con poco garbo ed, appena ha accennato al problema di Via Marconi, il sindaco gli ha tolto la parola strillando: “Via Marconi non è un problema!”. Maria Grazia Trucano, che è l’unica del suo gruppo “Tempo di Cambiamento” ad essere entrata in consiglio e che è alla sua prima esperienza, ha bisogno di prendere confidenza con l’ambiente ma punterà sicuramente sul controllo dettagliato degli atti per verificare la correttezza delle procedure. Del resto è una funzionaria comunale… Assessori e delegati Alle prese con la riduzione degli assessorati, il sindaco rieletto Paolo Coppo ha dovuto probabilmente scervellarsi per distribuire le cariche in modo da soddisfare le aspirazioni di tutti. Discende probabilmente da questa necessità la complessa ripartizione delle competenze fra assessori e delegati, così complicata da aver creato confusione tra il pubblico che assisteva al dibattito. Come prevedevasi, il nuovo vicesindaco è Moreno Riva, che si occuperà altresì della Consulta Comunale, di Turismo e Manifestazioni, di Commercio ed Artigianato e dei rapporti con la Teknoservice. Gli altri assessori saranno il “veterano” Giovanni Gallo Lassere e le matricole Fabio Gallo e Vanessa Seren Bernardone: quest’ultima era di fatto destinata a ricoprire un incarico in giunta, essendo l’unica donna della maggioranza e dovendosi rispettare le “Quote Rosa”. Giovanni Gallo conserva in parte gli incarichi precedenti: si occuperà di Lavori Pubblici, Frazioni, Cimitero, Arredo Urbano, Controlli RSU, SMAT. A Fabio Gallo sono stati assegnati Sport, Politiche Giovanili, Manifestazioni. Vanessa Seren Bernardone si occuperà di Scuola, Cultura, Servizi Socio-Sanitari, Politiche Sociali, rapporti con l’ASL e con il CISS 38, Ecologia ed Ambiente, Politiche Giovanili, Informazione. Le competenze sulle Politiche Giovanili e quelle sulle Manifestazioni faranno dunque capo ciascuna a due assessori. A ciascun assessore si affiancano uno o più delegati. Simone Ducoli supporterà Fabio Gallo per lo Sport ed il vicesindaco Moreno Riva per le Manifestazioni. Mario Faletti, assessore uscente, mantiene la delega precedente alla Viabilità ed all’Illuminazione Pubblica, si occuperà di Agricoltura ed affiancherà Giovanni Gallo nella gestione dell’Arredo Urbano. Massimo Coppo, anch’egli assessore uscente, controllerà i lavori effettuati con i Fondi ATO e si occuperà di Tutela del Territorio, collaborando con Giovanni Gallo nella gestione dei Lavori Pubblici. Infine a Moreno Turigliatto vanno la Protezione Civile; le Politiche Giovanili insieme a Fabio Gallo ed a Vanessa Seren Bernardone; l’Informazione (sempre con la Seren Bernardone) e le Manifestazioni (con Fabio Gallo e Simone Ducoli). Il peso delle astensioni Al di là dei risultati, un dato rilevante nelle elezioni di Pont è stata la caduta in verticale della partecipazione al voto: l’11% in meno rispetto al 2010. E stiamo parlando di Elezioni Comunali, da sempre le più sentite. Tra gli sconfitti c’è chi si lamenta dello scarso rilievo dato dai giornali a questo dato, che merita in effetti di essere approfondito. E’ evidente che una diminuzione così netta non è casuale e riflette incertezza, confusione, smarrimento da parte dei cittadini. La pensa così Claudio Barinotto che in consiglio ha dichiarato: “Non sono tra quelli che si dichiarano sempre vincitori. Noi abbiamo perso e pesantemente. L’11% per cento di votanti in meno è però il problema dei problemi: questo vuol dire che noi, come liste alternative, non abbiamo saputo cogliere le richieste dei cittadini. Si tratta di un dato preoccupante per tutti”. Stizzita la replica del sindaco: “Se ho capito bene, la colpa dell’astensionismo sarebbe dell’attuale amministrazione… Ho visto le percentuali dei ballottaggi, che si aggirano sul 45%”. Insomma si consola con il <Mal comune mezzo gaudio>. Al che l’esponente della minoranza ha ribattuto: “Ognuno la pensa come vuole ma credo ci si debba riflettere”. Alcuni sostenitori della lista “Unione e Progresso” hanno sinceramente ammesso, parlando a tu per tu con dei conoscenti: “Abbiamo sbagliato qualcosa. Diversi elettori che avevamo contattato ci hanno risposto: <Non andremo a votare>”. Tra quanti appoggiavano la Trucano prevale lo scoramento per questo dato avvilente, che ha sicuramente danneggiato “Tempo di Cambiamento”, meno forte delle altre per una serie di motivi ma la cui collocazione nel settore di centrosinistra era chiara. Eppure anche in quel caso ci sono stati problemi di comprensione, persino da parte degli elettori tradizionalmente legati a quell’area. Nella confusione che da oltre vent’anni annebbia l’Italia si sono persi i riferimento certi e riconoscibili, così molti si smarriscono. L’astensione –checché ne dicano gli esterofili, che ad ogni calo di votanti sentenziano quasi con soddisfazione <Ci stiamo avvicinando alle medie europee> – non è mai un fattore positivo perché significa privarsi di un diritto fondamentale. Quando a rinunciarvi sono cittadini indifferenti ed incoscienti il problema è sociologico; quando non vanno alle urne dei cittadini delusi o confusi il problema è politico.
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