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03 Giugno 2015 - 10:55
Teneva venti cani, stipati in casa. E li aveva chiusi dentro per partire e andarsene in ferie qualche giorno. Ma i vicini, già infastiditi dalla difficile convivenza, avevano colto l'occasione al volo per sollecitare un blitz da parte delle forze dell'ordine. Così era finito nei guai Pierluigi Gallo Marchiando. Difeso dall'avvocato Danilo Armanni, venerdì scorso si è presentato in aula, di fronte al giudice Claudia Maria Colangelo del Tribunale di Ivrea, per rispondere dell'accusa di maltrattamento di animali. E' stato condannato ad un mese di arresto oltre al pagamento delle spese processuali. Come da richiesta del Pubblico Ministero Roberta Bianco.
I fatti risalgono all'agosto del 2012. Gallo Marchiando aveva deciso di recarsi con la convivente a Brescia, presso la famiglia di lei, lasciando i suoi amici a quattro zampe chiusi nell'abitazione, tra il piano terra ed il piano superiore. Con tutte le conseguenze.. tra chiasso, cattivi odori ed escrementi sparsi. "E' vero, ma era stato lasciato cibo e acqua in quantità per gli animali, tanto è vero che non era denutriti ma in forze, come hanno riconosciuto i veterinari che hanno condotto il sopralluogo, né presentavano malattie. I cani erano stati vaccinati, due avevano il microchip. Che poi il luogo fosse idoneo o no è un'opinione, l'unica differenza è che gli animali al piano superiore non avevano accesso all'esterno come quelli al piano inferiore..." ha attaccato la sua arringa l'avvocato Armanni, comparando l'ambiente della casa a quello del canile, e raccogliendo anche qualche protesta, contro il paragone, da parte dell'imputato, seduto in aula.
Il blitz era scattato nel secondo giorno di assenza del proprietario. Tutti i cani erano stati posti sotto sequestro. Ma nonostante la brutta avventura, Gallo Marchiando ha continuato a prenderne altri, e diversi sono ancora, per le stesse ragioni, i procedimenti a suo carico.
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