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14 Ottobre 2013 - 22:43
Era un tasso usuraio. Lo ha detto chiaro e tondo il Maresciallo della Guardia di Finanza di Ivrea interrogato nell'ambito del processo a carico di Antonio Lo Mastro, anziano postino in pensione di Strambino, imputato con l'accusa di usura e difeso dall'avvocato Celere Spaziante.
All'anziano sono contestate nove condotte legate ad altrettante vittime a cui avrebbe prestato soldi in cambio di interessi vertiginosi. Ma solo una di loro si è costituita parte civile. Trattasi del ristoratore valdostano Massimo Correddu, autore della denuncia sporta nel luglio 2011, difeso dall'Avvocato Ferdinando Ferrero. A lui Lo Mastro avrebbe concesso 14mila euro necessari ad estinguere pregressi con Equitalia chiedendo indietro ben 27 mila euro.
Il Maresciallo, che condusse le indagini, ha spiegato con precisione in che modo viene calcolato il tasso usuraio. Bisogna fare 100 moltiplicato per i mesi intercorsi per l'interesse, fratto il capitale iniziale del prestito moltiplicato per il tempo tra l'ottenimento e la restituzione. Il risultato di questo calcolo va quindi raffrontato con il tasso legale che varia di anno in anno. Da questi presupposti matematici era emerso palesemente agli inquirenti che il tasso applicato dal Lo Mastro superava in modo inequivocabile la soglia stabilita dalla legge.
Altre due persone offese, Apuzzo e Giachino, interrogati la scorsa settimana dal Pm Lorenzo Boscagli, hanno ammesso i prestiti ricevuti. Eppure il processo risulta molto complesso per le dichiarazioni rese da molti testimoni che in aula hanno dipinto l'imputato come un benefattore, ritrattando le dichiarazioni rese all'epoca di fronte alla Guardia di Finanza, da cui emergeva la figura dello strozzino. Il collegio presieduto dal giudice Carlomaria Garbellotto ha rinviato il processo al 1° aprile.
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