Fare polemica a tutti i costi no, non va bene. Non è quello che faremo in questo caso. C’è da dire che l’evento “I love Pulcherada” nel nome un po’ ci ricorda “VeryBello”, il sito dedicato a Expo2015 che detiene il record di insulti (tanto per il nome quanto per l’effettiva bruttezza del portale) sui social network. Ma tant’è: qui è questione di gusto personale, e “de gustibus non disputandum est”. Lo sanno anche i muri. Fatta questa premessa, auguriamo all’evento la miglior riuscita possibile. San Mauro ha davvero bisogno di qualche operazione che la renda commercialmente appetibile al pubblico, visto che da molti viene considerata una città con un centro storico memorabile, eppure l’appeal turistico sta in piedi solo dalla gelateria al fondo del Ponte Vecchio. Per giunta solo d’estate. Per il resto, lo zero assoluto. Fatta questa seconda premessa, arriviamo al succo. L’evento ha una genesi un po’ bizzarra. Viene finanziato con 20mila euro da un misterioso mecenate, che preferisce rimanere anonimo. Un’azienda locale ma di fama nazionale, che decide di sovvenzionare il comune di San Mauro perché ha particolarmente a cuore il territorio. Chiariamo: la cosiddetta “corporate social responsability” è cosa buona e giusta. Il fatto che le imprese cerchino di migliorare la propria immagine finanziando attività sociali e culturali sul territorio non può che portare a situazioni positive, in un momento in cui gli enti pubblici hanno grosse difficoltà economiche. Ma va da sé che la CSR ha come obiettivo un ritorno d’immagine, che in questo caso è totalmente assente. L’azienda in questione è la Lavazza. La quale ha esplicitamente chiesto all’amministrazione Dallolio di non essere citata da nessuna parte, né all’interno della delibera di giunta né nei volantini che pubblicizzano l’evento. Perché? I motivi potrebbero essere due: o una pura e cristallina e nobile ed encomiabile spinta filantropica, oppure la volontà di evitare che qualche malpensante possa collegare la generosa donazione alla cosiddetta “Variante Lavazza”. Quella, per intenderci, contenuta nel nuovo Piano Regolatore oggi in discussione nelle commissioni consigliari. Quella, per fare un esempio, su cui il consigliere Roberto Olivero aveva polemizzato mesi fa, ironizzando sulla “velocità d’intervento del comune di San Mauro nel soddisfare le richieste della Lavazza. Sono curioso di vedere se saranno così celeri anche nel risolvere i problemi dei cittadini comuni”. Quella, per finire, con cui San Mauro (grazie a un intervento congiunto con Settimo e Torino) dà la possibilità a Lavazza di ampliare il proprio stabilimento. Vista l’impossibilità di sapere quale delle due motivazioni sia alla base dell’anonimato richiesto dall’azienda, ci limitiamo a prendere atto dell’abilità dell’amministrazione sanmaurese nel trovare uno sponsor così generoso. Chapeau.
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