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SAMONE Il Sindaco Giordano si dimette: "non voglio farmi impallinare"

SAMONE Il Sindaco Giordano si dimette: "non voglio farmi impallinare"

Il Sindaco Paolo Giordano si dimette. Con un anno di anticipo rispetto alla naturale scadenza del mandato amministrativo. Si dimette onde evitare conflitti d'interesse, e relative polemiche, in seno all'Unione di Comuni con Banchette, dove riveste il ruolo di responsabile dell'Ufficio Tecnico.

Giordano spiega le sue ragioni in una lettera, scritta e pubblica sul sito internet istituzionale del Comune venerdì 16 gennaio, successivamente all'incontro con i consiglieri convocato il martedì precedente, per un confronto sul da farsi.

"La questione non è tanto giuridica, quanto politica – scrive il primo cittadino -. Pertanto ho chiesto ai Consiglieri tutti di decidere se, per l’interesse della nostra comunità, fosse più utile rimanere in carica e far partecipare il Comune a pieno titolo al processo di costituzione dell’Unione o lasciare per alcuni mesi il Comune in mano al Commissario e quindi nell’immobilismo. E ho chiesto che il parere (per restare) fosse unanime, perché non intendevo passare un anno a difendermi da attacchi personali".

L'adesione all'Unione era il banco di prova, nel Consiglio Comunale del 19 dicembre scorso. Tutti hanno votato a favore ad eccezione di Paolo Sciarappa, che s'è astenuto. E Giordano, nel suo scritto, anziché parlare di questioni morali e di opportunità, come sarebbe ovvio che facesse, fa lo scaricabarile e pensa ad incolpare proprio quell'unica voce fuori dal coro. 

"Oggettivamente, per quanto mi riguarda – ammette ad un certo punto della lettera -, c'è un problema di compatibilità tra la mia carica di Sindaco e quella di Responsabile del Servizio Tecnico del Comune di Banchette, comune che farà anch’esso parte dell’Unione.

La questione non chiara e discutibile è: quando scatta l’incompatibilità? Già nella fase di elaborazione dello Statuto e dei Regolamenti (fase che presumibilmente durerà parecchi mesi e che ci porterà a ridosso della scadenza naturale del mandato nel 2016) oppure quando l’Unione diventerà effettivamente operativa?"

Quindi l'attacco a Sciarappa: "Il parere unanime non c’è stato e io ho capito, e con me tutta la mia maggioranza, che la volontà di una parte della minoranza (non tutta) sarebbe stata di fare il tiro al bersaglio sul “conflitto di interessi”per un intero anno, per arrivare poi, alle elezioni 2016, presentandosi come paladina della trasparenza, senza doversi preoccupare più di tanto nel frattempo degli interessi reali della comunità. Io che non ho interessi personali da difendere e che ho sempre fatto politica per impegno civile, non intendo farmi impallinare gratuitamente, per cui mi dimetterò".

 
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