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SAN MAURO. Volevano metterci il bavaglio...non ci sono riusciti

SAN MAURO. Volevano metterci il bavaglio...non ci sono riusciti
In gergo si definisce “querela temeraria”. L’aggettivo rende bene l’idea: descrive quella pratica che vede l’uso della querela come pressione intimidatoria nei confronti di un giornalista. Spesso chi querela sa di avere torto marcio eppure lo fa con facilità perché sa di poter arrecare un danno economico al giornalista, soprattutto a giornalisti indipendenti o ai piccoli giornali.   La nostra testata, nei mesi scorsi, è stata querelata per diffamazione da Alberto Clara, legale rappresentante della società Eurosporting che gestisce la piscina di piazza Gramsci. Ma non per questo si è tirata indietro dal pubblicare gli ultimi esiti dell’inchiesta giornalistica sull’argomento.   L’oggetto scatenante della querela è un articolo, pubblicato in data 14 aprile 2014, in cui si spiegava per filo e per segno il “sistema Eurosporting: un modus operandi applicato in modo identico nei comuni di Venaria, Alpignano, Novara, e ovviamente San Mauro Torinese. Un sistema per cui le amministrazioni pubbliche, dopo aver affidato la costruzione della piscina alla società di Clara, si ritrovano prima o poi a dover pagare (la colpa è anche loro: avevano solo da non concedere una fideiussione) milioni e milioni di euro per coprire il mutuo che la Eurosporting si dichiara impossibilitata a pagare.   Ebbene, in data 13 novembre la querela è stata archiviata dal Giudice del Tribunale di Torino. E’ stata archiviata perché “la notizia giornalistica pubblicata sulla Voce ha un indubbio interesse pubblico” e perché “i toni usati rispettano il requisito della continenza e non sono diffamatori, (…) rispondono al requisito della continenza, verità, interesse pubblico e completezza” si legge nell’ordinanza del tribunale.   Insomma, non c’era proprio nulla che non andasse in quell’articolo. Peraltro Alberto Clara non ne ha contestato minimamente il contenuto (supportato da solide prove) ma solamente il linguaggio, ritenuto offensivo. Tant’è che l’avvocato difensore, Patrizia Bugnano, sta valutando la possibilità di intentare una causa civile per chiedere il ristoro delle spese legali, alla luce della temerarietà della querela. E’ proprio questo il punto cruciale della questione. La querela di Alberto Clara si può tranquillamente classificare nel novero delle “querele temerarie”: quelle fatte, per intenderci, solo e unicamente come strumento di pressione. Magari per strappare un risarcimento, magari per mettere a tacere i rompicoglioni.   “In un momento storico in cui il legislatore si sta occupando, all’interno della nuova legge sulla diffamazione a mezzo stampa attualmente in discussione, di introdurre il concetto di querela temeraria, per evitare che chi si senta offeso intenti cause senza né capo né coda - spiega l’avvocato Patrizia Bugnano -. Quello di Eurosporting, ad esempio, è uno dei casi in cui si potrebbero richiedere danni a chi fa partire la querela, per il ristoro delle spese legali sostenute”.    
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