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21 Novembre 2014 - 16:38
E' possibile riappropriarsi di una "cultura della terra" senza tornare all'età della pietra, ma facendo dell'agricoltura e del km zero la nuova leva economica, sociale ed ambientale del futuro? Di questo s'è discusso sabato mattina, nella sala consiliare del Municipio, nel corso della tavola rotonda sul tema "Dall'orto naturale all'orto in città: dalla passione all'utilità", evento collaterale alla diciannovesima Sagra del Cavolo Verza. E qualche esempio virtuoso già c'è.
Ne ha parlato l'ex Sindaco Renzo Galletto, sottolineando il valore del progettocomunale “Un orto agli anziani”,esperienza relativa all’uso sociale degli orti da parte della popolazione avviata dal lontano 1979, insieme adAlberto Avetta, Vice Presidente Provincia di Torino, e ad alcuni relatori ospiti come Mimma Pallavicini, giornalista del mensile Gardenia e blogger, che sta sperimentando nelle scuole delle città il ritorno ai sapori e ai profumi della terra. Non senza difficoltà. "Più i bimbi sono inurbati –racconta Pallavicini – meno sann distinguere i sapori. C'è molto lavoro da fare perchè si riapproprini del gusto in un mondo che stimola il solo utilizzo della vista e dell'udito. Nelle scuole porto cinque tipi di pane e diversi gusti di marmellata. A Torino per i bambini l'arancione equivale all'arancia. Nel mondo rurale, in una scuola della Sardegna per esempio, i ragazzini sono completamente diversi, sanno distinguere i sapori, uno per uno, anche le spezie".
Gli agronomi Anne Marie Harder e Dimitri Travaglio da un paio d'anni hanno attivato inveceilprogetto "Verde didattico nel Canavese", a cui hanno aderito quindici Comuni, con capofila Romano Canavese. Si occupano della formazione degli insegnanti, per inserire gli argomenti della nutrizione e dell'ambiente nella didattica, inun approccio multidisciplinare e trasversale, partendo dall'esperienza base dell'orto scolastico.
Nicola Savio, agricoltore e progettista in agricoltura naturale, nonchè fondatore dell'Associazione Orto di Carta, ha raccontato la propria esperienza. Da dieci anni sperimenta e ricerca strumenti e tecniche per lo sviluppo di una micro-agricoltura sostenibile, equa e locale. E da tre anni ha avviato una microfattoria sperimentale a Lessolo, secondo i principi della permacultura, abolendo completamente concimi, mezzi meccanici e lavorazioni del suolo. E' la dimostrazione che si può passare da una dimensione famigliare di sussistenza alla sperimentazione di nuove pratiche di sviluppo e di mercato, per esempio con un sistema di gruppi d'acquisto.
Anche i Comuni di Magnano e Roppolo hanno recuperato terreni abbandonati, distribuiti ai cittadini.
Di fronte a questi esempi Nevio Perna del Circolo Lega Ambiente Dora Baltea ed Associazione Ecoredia ha lanciato al Comune di Montalto Dora la proposta di cominciare a censire, coinvolgendo gli altri paesi, i terreni abbandonati, incolti o a rischio, le aziende presenti sul territorio, pensando alla possibilità di nuove occupazioni e a quali condizioni. "L'abbandono– ricorda Perna, accennando anche agli ultimi eventi metereologici e alla conseguente frane ed alluvioni – sarebbe un danno da tanti punti di vista. Bisogna mettere le persone nelle condizioni di vivere, abitare e lavorare su un territorio".
"E' stata avviata una riflessione tra gli undici Comuni che aderiscono al Patto Strategico in questa direzione" garantisce il Sindaco montaltese Rita Ippolito, ribadendo l'impegno del Comune, partendo dalla scuola. "Il tema dell'educazione alimentare è trattato da anni ma va affrontato quotidianamente perchè c'è differenza tra le informazioni che provengono dalla scuola o dalla famiglia –sottolinea Ippolito -. Già nei capitolati cerchiamo di introdurre nuovi elementi come il menù etnico abbinato a quello tradizionale. Più difficile, per difficoltà di appalti, è l'inserimento dei prodotti locali. Ma nella settimana del cavolo i bambini mangiano il cavolo".
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