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RIVAROLO. Mangiano cena e scappano senza pagare, alla sbarra

RIVAROLO. Mangiano cena e scappano senza pagare, alla sbarra

Pizza

Vanno a cena ma fanno i furbi: escono per pochi minuti dal locale con la scusa della sigaretta e se la danno a gambe, senza pagare. Ma il titolare del ristorante, già insospettito dal modo di fare spaccone e gogliardico tenuto a tavola, li tiene d'occhio e cerca di bloccare la loro fuga, inseguendoli per Rivarolo. Purtroppo non riesce ad ottenere il pagamento delle consumazioni ma, recatosi dai Carabinieri, riesce a riconoscere due dei tre individui, già noti alle forze dell'ordine, nelle fotografie dei pregiudicati conservate in archivio. Ora quei due, Tonino Palmiotto e Fabrizio Papa, difesi rispettivamente dagli avvocati Daniela Dematteis e Alberto Bazzani, sono imputati, presso il Tribunale di Ivrea, con l'accusa di insolvenza fraudolento e minaccia aggravata.

Venerdì scorso, in udienza, Palmiotto ha consegnato di personale una banconota da 50 euro al titolare del locale, Salvatore Di Capua, come risarcimento. In cambio ha ottenuto la remissione della querela. "Per me va bene, finisca qui. Non è tanto per il denaro ma per il gesto..." ha commentato Di Capua.

Il processo, però, prosegue comunque, per la presenza dell'aggravante (l'utilizzo di un coltello) che rende il reato di minaccia procedibile d'uffico. Di Capua è stato quindi interrogato ed ha raccontato di essersi trasferito a Rivarolo, soltanto nel 2009. "Ero qui da un anno, conoscevo solo di vista Palmiotto – ha riferito, davanto al giudice Claudia Colangelo -. Quella sera si erano presentate tre persone, dal fare un po' inquietante. Non erano clienti abituali. Quando li ho visti uscire, lasciando la cena a metà, pietanze ancora sulla tavola, sono andato a controllare. Li ho inseguiti fino in Piazza Monumento. Due sono scappati. Palmiotto, invece, mi ha mostrato un coltello, intimandomi di andarmene. Così ho fatto. Mi sono recato dai Carabinieri". Il processo è stato rinviato a maggio.

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