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21 Novembre 2014 - 21:05
Maltrattamenti in famiglia (foto archivio)
Prima denuncia il marito. Lui finisce alla sbarra, con le pesanti accuse di violenza sessuale, lesioni personali, maltrattamenti in famiglia e resistenza a pubblico ufficiale. Ma quando manca ormai pochissimo alla sentenza, la donna ritratta tutto, attraverso una serie di lettere inviate al tribunale di Ivrea. Una svolta repetina nel processo che si sta celebrando a carico di Ion Doros, 42 anni, residente a Mercenasco ma di origine romena, difeso dall’avvocato Marco Stabile.
Secondo l'accusa l’uomo avrebbe maltrattato per diversi anni la ex compagna di 29 anni, anche lei romena, con la quale ha avuto un figlio. I fatti risalgono al periodo tra il 2010 e la notte del 31 gennaio 2013, data in cui si concentrano i momenti più drammatici della vicenda. Quella notte si sarebbe sfiorata la tragedia, come hanno riferito, in aula, i Carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Ivrea intervenuti sul posto: la giovane pareva in stato confusionale e terrorizzata al pensiero di tornare a casa, temendo possibili ritorsioni del compagno. A quel punto i militari, vista la situazione delicata, l'avevano accompagnata via ma Doros non aeva reagito malamente, cercando addirittura di accoltellare uno dei militari.
Anche la madre della persona offesa, aiutata da un traduttore, aveva descritto, davanti al giudice, abusi di ogni tipo. Una volta Doros avrebbe rotto il braccio alla figlia, le avrebbe impedito di fare ritorno in Romania, andandola a riprendere ogni volta con la forza. L’avrebbe costretta a vivere in un continuo clima di terrore, fino a temere seriamente per la propria vita. Tanto che la ragazza avrebbe addirittura pregato la madre, in una telefonata, di prendersi cura del figlio qualora fosse morta.
Il processo è agli sgoccioli. L'ultima udienza si è tenuta ad ottobre ed il giudice ha deciso di rinviare al 24 marzo per poter sentire nuovamente la persona offesa, alla luce delle ritrattazioni, in particolare sulla presunta violenza sessuale esui maltrattamenti. In quella data saranno sentiti ancora altri due testimoni. Quindi sarà pronunciata la sentenza. Per Doros potrebbe aprirsi uno spiraglio: considerato che la donna ha ritirato la querela ed ha rimesso la costituzione come parte civile, potrebbe cavarsela con una condanna minima, nel caso il reato venisse derubricato alle sole lesioni. Intanto Doros ha ottenuto la scarcerazione e si trova ai domiciliari.
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