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RIVAROLO. "Vogliamo stare con la nostra mamma", accusata dal padre di rapimento di minori

RIVAROLO. "Vogliamo stare con la nostra mamma", accusata dal padre di rapimento di minori

Hanno scritto decine di lettere. Ai giudici, ai Ministri, al Premier italiano Matteo Renzi. Mai una risposta. "Vogliamo stare con la nostra mamma" ripetono e gridano, mettendolo nero su bianco, Manon e Joelle, due sorelle di 17 e 15 anni, originarie dl Belgio ma residenti a Rivarolo Canavese dal 2013.

La legge italiana ha dato loro ragione. Sia nel penale che nel civile i giudici del nostro paese hanno riconosciuto loro il diritto di restare qui, insieme alla mamma Peggy Chris Dewippe e al compagno di lei, Davide Garbolino, con cui vivono dal 2007.

La legge belga, invece, su entrambi i fronti, ha accolto le pretese avanzate dal padre, guardia carceraria residente nella città belga di Yeper ed autore di una denuncia nei confronti della ex moglie per rapimento di minori, per cui è stata condannata ad un anno di reclusione, in via definitiva, con sentenza pronunciata dalla Corte dei minori, con un Mandato di Arresto Europeo recapitato il 7 gennaio 2014 tramite i Carabinieri di Rivarolo.

Noi non siamo state rapite, abbiamo scelto di trasferirci a Rivarolo insieme alla mamma e a Davide, con loro vogliamo rimanere” ribadiscono Manon e Joelle che nel frattempo hanno deciso di portare i riflettori sul loro caso, dando il via ad una petizione, che vorrebbero presentare sia al Governo italiano che a quello belga. Su facebook hanno aperto l'apposita pagina “Non senza le mie figlie”, attraverso la quale chiunque voglia dar loro voce può firmare.

“In tutte le procedure avviate in Belgio – racconta Davide Garbolino – le ragazze non sono mai state sentite e nemmeno gli assistenti sociali, com'è invece è avvenuto in Italia in tutti i gradi di giudizio. Noi chiediamo, semplicemente, che vangano ascoltate”.

Dove firmare:

su facebook "Non senza le mie figlie"

petizione: http://www.change.org/p/governo-italiana-my-mother-received-1-year-in-prison-from-a-belgian-court-for-kidnapping-us-we-are-not-kidnapped-please-help-us-to-free-our-mother?utm_campaign=friend_inviter_chat&utm_medium=facebook&utm_source=share_petition&utm_term=permissions_dialog_false&share_id=OZbKSMPsIC

Rivarolo Chris e DavideLA STORIA

Chris e Davide si conoscono nel 2006, on line, su un forum musicale. Lei si è separata da alcuni mesi, vive con le sue due bambine. Lui abita a San Benigno. La conversazione esce ben presto dal forum e decidono di incontrarsi. Iniziano una relazione a distanza per convolare a nozze nell'agosto 2014. "Nel 2007 – racconta Davide Garbolino io decido di raggiungerla in Belgio, siccome lei aveva casa e figlie lassù". "Erano ancora molto piccole – ricorda Chris - e si sono affezionate a lui immediatamente. Ha accettato le mie figlie come se fossero le proprie".

Nei primi tempi l'accordo di affidamento congiunto prevede che le ragazze stiano con loro tutta la settimana, nel weekend con il padre, il quale, ad un certo punto, chiede di poterle vedere di più. Viene accordata, consensualmente, la permanenza una settimana dal padre ed una dalla madre. La situazione, però, diventa difficile. Le ragazze raccontano di episodi spiacevoli, da quando l'uomo ha trovato una nuova compagna. Liti fino a che, prima di partire per le vacanze insieme nel 2011, lui le abbandona addirittura in strada con le valigie, bye bye.

Rivarolo Chris e Davide si sono sposati ad agosto Chris e Davide si sono sposati nell'agosto 2014

"Non si sentivano accettate dalla nuova moglie del padre – ricorda Chris -, a cui lui teneva sempre le parti. Si creavano sempre tensioni, si sentivano incomprese dal proprio padre. Spesso le lasciava davanti alla mia porta senza motivo, dicendo spesso: buona fortuna, a mai più rivederci. Loro hanno deciso di cambiare questa situazione e vederlo un fine settimana ogni 14 giorni. Circa 3 anni fa ha smesso di venirle a prendere. Anche loro non volevano più frequentarlo".

Da allora non una telefonata, un biglietto per il loro compleanno, né una e-mail, o messaggi su facebook, skype, neanche un sms.

Nel 2013 la famiglia decide di trasferirsi a Rivarolo, per problemi di salute dei genitori di Davide. L'ex marito non solleva obiezioni. "Non ho mai vietato alle ragazze di vedere il padre o di contattarlo – continua Chris -, mentre lui faceva di tutto per far si che non avessero alcun contatto con me. Non permetteva loro di usare in maniera libera facebook o il telefono. Più volte ho ricevuto un messaggio o una telefonata direttamente dalle mie figlie o attraverso loro amici, con la richiesta di venire a prenderle. Le mie figlie vanno qui a scuola al Liceo 25 Aprile, hanno amici, facebook ed entrambe possiedono un telefono cellulare. Ho proposto che andassero in Belgio ad oRivarolo Manon e Joellegni festività o periodo libero da impegni scolastici e che avrei pagato io, ma anche questa proposta è stata rifiutata totalmente dal padre. Lui è andato alla polizia il 18 dicembre ed ha presentato una denuncia contro di me per rapimento di minori. Non capisco perché abbia improvvisamente sentito la necessità di mettersi in contatto dopo quasi tre anni in cui era sparito dalle loro vite".

LA LEGGE

E' il paradosso europeo: seppure sotto lo stesso cappello gli Stati membri hanno ordinamenti giuridici differenti. Così succede, come nel caso di Chris, di trovarsi tra due fuochi.

La donna è stata tre giorni in carcere, alle Vallette di Torino, in seguito al Mandato di Estradizione Europea, che, seppure accolto in Appello, è stato annullato dalla Corte di Cassazione di Roma nell'aprile 2014. Una sentenza che, però, ha valore soltanto nel nostro Stato, se Chris ne varcasse i confini verrebbe arrestata.

Ma nel frattempo il processo per rapimento di minori, in Belgio, è proseguito in contumacia confermando, nell'ottobre scorso, la sentenza ad un anno di reclusione, senza tenere conto delle motivazioni italiane e nonostante le numerose lettere scritte dalle figlie alla Corte, che non sono stati state sentite. Il Tribunale ha dato ragione all'ex marito, che peraltro lavora proprio nel Dipartimento di giustizia di Yeper.

Chris, intanto, sta affrontando un nuovo procedimento, ad Ivrea, per ottenere l'affido esclusivo. L'udienza è fissata per il 26 novembre.

A differenza di quanto succede in Italia il sistema belga prevede soltanto due gradi di giudizio ed è più rigido. "Il rapimento di minori – spiega Garbolino - è visto al apri di reati come omicidio a mano armata". A livello europeo non rimarrebbe altro che rivolgersi alla Corte dei Diritti dell'Uomo a Strasburgo.

"E' l'unico caso in Europa – evidenzia Garbolino - di rapimento di minori che riguarda ragazze sopra i 15 anni. Tutti gli altri riguardano minori sotto i 12 anni, che il più delle volte non si sa dove sono, che spesso vengono tenuti chiusi in casa. Noi tutto ciò non l'abbiam mai fatto".

 

 

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