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07 Marzo 2017 - 12:46
medico
Per accontentare il sindaco Beppe Pezzetto, il direttore dell’Asl To 4 Lorenzo Ardissone, quello del concorso di disegno aperto a tutti i dipendente, tanto per intenderci, era riuscito a fare carte false, regalando all’ospedale di Cuorgnè una posizione di prim’ordine nell’ambito dell’organizzazione sanitaria nel suo complesso. S’intende a discapito degli altri ospedali, di Ivrea, di Chivasso, di Ciriè, Lanzo e Settimo Torinese
Oggi si scopre, a distanza di qualche mese dall’approvazione del piano aziendale, che i medici, soprattutto quelli giovani, a lavorare nella città della Manifattura, ai piedi della Valle Orco e Soana, proprio non ci vogliono andare.
E chissenefrega dell’aria fresca di montagna.
Diciamo che non riescono a digerire un lavoro negli ospedali piccoli, dove si apprende poco e ne va della loro professionalità. Si aggiunge il disagio specifico del pronto soccorso di Cuorgnè, perennemente in balia della carenza di personale e famoso alle cronache giudiziare, tanto da costringere i medici che ci hanno lavorato e ci lavorano a ritmi pesanti e decisamente insopportabili.
Succede così che l’Asl bandisce il concorso, i giovani neo specializzati presentano la domanda e poi, quando sentono la parola Cuorgnè, si guardano intorno e dicono “col cavolo” e fuggono via a gambe levate.
Se possono scegliere preferiscono andare a Torino, negli ospedali più grandi. Ed è vero che possono scegliere considerando che gli specializzati sono in numero inferiore ai posti disponibili.
Incredibile ma vero, nel 2016, di concorsi andati a buca, nell’Asl To4, per la copertura di posti vacanti a Cuorgnè, se ne contano addirittura tre.
Memorabile quel giovane ortopedico di 30 anni. Al momento della firma del contratto, s’è messo a contrattare.
«Accetto solo se mi mandate a Ciriè», disse. Di fronte al “no” salutò tutti, pochi baci e pochi abbracci e scappò via a gambe levate.
Si aggiunge quell’altra dottoressa che ha accettato ma poi ha partecipato e vinto un altro bando a Ivrea.
I numeri li dà Clara Perone della Cgil provinciale. A Cuorgnè, secondo il sindacato, i medici sarebbero passati da 11 a cinque per tutta l’area medica. Un disastro!
Se non è questo un buon motivo per cominciare a ipotizzare una riconversione dell’ospedale, a tutela degli interessi degli utenti, qualcuno ci dica quale altro potrebbe essere.
Di tutt’altro avviso il sindaco Pezzetto. L’ospedale a suo avviso deve restare lì dov’è e si devono percorrere tutte le vie per assumere tutto il personale che occorre.
Anche ieri, di fronte all’ennesima polemica scoppiata proprio in pronto soccorso, per le attese infinite si è precipitato a dire la sua.
“Sono stato in contatto con i cittadini per parecchio tempo via WhatsApp - ci ha detto - Ho immediatamente contattato il Direttore Generale che incontrerò a breve. I picchi di accesso sono ovviamente di difficile gestione, ma le eccezioni non possono diventare la regola. Il personale si sta adoperando al massimo. Abbiamo bisogno di tempi certi sull’apertura del nuovo pronto soccorso, che sicuramente migliorerà la situazione ma potrebbe non bastare. Su questo chiederò all’Asl di predisporre soluzioni adeguate e continuative”.
Insomma nell’Asl To 4 è sempre la stessa storia.
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