Volevano far ridere, ma le parole di Gian Luigi Carlone, giurato di un concorso musicale riservato agli studenti di Mondovì, nel Cuneese, hanno sollevato un polverone. A suscitare l'equivoco il commento che voleva essere ironico all'esibizione di due ragazze di colore. Il "solito colpo di scena dell'immigrato" le parole contestate da insegnanti e genitori che ieri sera affollavano il Cineteatro di Mondovì per l'undicesima edizione del concorso, con le due ragazze - Jennifer e Lorry - a guardarsi stupite sul palcoscenico. "Sono stato frainteso e mi dispiace molto", dice all'ANSA Carlone, pronto ad allontanare da sè ogni sospetto di razzismo. "Ho sottolineato di essere stato colpito in modo positivo dalla scelta del gruppo", dell'istituto Baruffi, "di far salire sul palco due ragazze di origine straniera. Al punto che per la loro esibizione ho attribuito 5 punti, il voto massimo". Più di ogni giustificazione, a parlare per Carlone è il suo impegno nella Banda Osiris - di cui è cofondatore -, all'attivo collaborazioni con Neri Marcorè, Eugenio Allegri, Fiorello, Vinicio Capossela. Per le sue posizioni a favore dell'immigrazione il complesso, che collabora anche con Emergency di Gino Strada, in passato è pure finito nella lista nera della Lega. Tutto, insomma, fuorché una persona poco attenta al 'diverso'. Eppure quelle parole hanno suscitato forte contrarietà, tanto che questa sera i ragazzi in concorso hanno annunciato che saliranno sul palco con il volto dipinto di marrone. "Di fronte a tanti giovani, quelle parole non le doveva neppure pronunciare", sostiene Jennifer. "Ci aspettavamo che almeno chiedesse subito scusa - prosegue - ma non lo ha fatto, anche se è ancora in tempo...". Nessun fatto personale, assicura Jennifer parlando anche a nome dell'amica Lorry. "E' una questione che riguarda tutto i ragazzi della mia scuola, che si è sentito denigrato - sostiene - Ci ha fatto invece piacere che l'amministrazione comunale ci abbia espresso solidarietà a nome di tutta la città". Il Comune, che organizza il concorso sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, ha infatti "stigmatizzato profondamente l'affermazione del giurato", da cui ha pure preso le distanze "in maniera ferma e decisa".
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