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Cronaca
31 Dicembre 2025 - 12:56
Foto di repertorio
Un telefono cellulare, quattro cavi Usb e una presa elettrica nascosti all’interno di una cella di Alta Sicurezza. È quanto è stato rinvenuto nel pomeriggio di lunedì 30 dicembre all’interno della quinta sezione della casa di reclusione “Morandi” di Saluzzo, durante un controllo effettuato dal personale della polizia penitenziaria. Il materiale era nella disponibilità di un detenuto italiano, di origine pugliese, sottoposto a uno dei regimi più rigidi previsti dall’ordinamento penitenziario.
L’operazione è scattata intorno alle 15.30 ed è stata condotta dagli agenti in servizio nella quinta sezione, con il coordinamento di ispettori e sovrintendenti. Il sequestro ha portato alla rimozione immediata del materiale illecito, confermando ancora una volta quanto la presenza di dispositivi elettronici all’interno delle celle rappresenti una delle principali criticità per la sicurezza degli istituti di pena, soprattutto nei reparti riservati ai detenuti più pericolosi.
A rendere noto l’episodio è l’Osapp, Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria, che ha espresso apprezzamento per l’operato del personale in servizio nel carcere saluzzese, sottolineando l’elevato livello di attenzione e professionalità dimostrato in un contesto operativo definito particolarmente delicato. Il sindacato richiama però anche una situazione strutturale che continua a destare preoccupazione.
«Ancora una volta – dichiara in una nota il segretario generale Osapp Leo Beneduci – emerge con forza l'elevata professionalità, il senso del dovere e l'abnegazione delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria che, nonostante le gravissime carenze di organico e di mezzi, continuano a garantire sicurezza e legalità all'interno delle carceri».

Leo Beneduci
L’episodio si inserisce in un quadro già segnato da precedenti segnali di allarme. Nelle scorse settimane, infatti, il personale della polizia penitenziaria aveva rinvenuto e sequestrato alcuni droni, utilizzati per introdurre telefoni cellulari e altro materiale elettronico all’interno delle mura del carcere. Una modalità sempre più diffusa e difficile da contrastare, che impone controlli costanti e un impegno crescente da parte degli agenti.
Secondo l’Osapp, quanto avvenuto a Saluzzo conferma il ruolo centrale della polizia penitenziaria come presidio essenziale di sicurezza dello Stato, anche e soprattutto nei reparti di Alta Sicurezza, dove le criticità operative restano elevate e la pressione sul personale è continua. Un equilibrio fragile che, ancora una volta, regge grazie al lavoro quotidiano degli agenti, nonostante le carenze di organico e di mezzi denunciate dal sindacato.
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