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Cronaca

Picchia e accoltella la moglie poi la schiaccia contro un termosifone acceso

Notte di violenza in via Ranzini, la donna finisce in ospedale e il marito viene arrestato

Picchia e accoltella

Picchia e accoltella la moglie poi la schiaccia contro un termosifone acceso (foto archivio)

Una spirale di violenza domestica culminata in un’aggressione brutale. È quanto emerso a Novara, nella notte tra sabato 27 e domenica 28 dicembre, dove un uomo di 34 anni è stato arrestato dalla polizia di Stato con l’accusa di aver picchiato e accoltellato la moglie, arrivando a schiacciarla contro un calorifero acceso. La donna, soccorsa e trasportata in ospedale, ha riportato ferite giudicate guaribili in quindici giorni, salvo complicazioni.

L’intervento delle forze dell’ordine è scattato in via Ranzini dopo la richiesta d’aiuto della sorella della vittima, una 31enne, che ha contattato la polizia segnalando una situazione di grave pericolo. Quando gli agenti sono arrivati, nell’abitazione erano presenti anche altri familiari, mentre l’uomo si trovava affacciato al balcone. Sul ballatoio giaceva la moglie, con lesioni evidenti al volto, agli avambracci e all’addome.

Trasportata d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore, la donna è stata medicata per le ferite riportate. Non parlando italiano, è stata ascoltata dagli agenti con l’ausilio di un interprete, ricostruendo quanto accaduto nelle ore precedenti.

Secondo il suo racconto, la sera prima dell’aggressione la coppia aveva partecipato a una cena con parenti del marito. Al rientro a casa, l’uomo avrebbe cambiato improvvisamente atteggiamento, accusandola senza motivo di comportamenti provocatori. Da lì sarebbe iniziata l’escalation. L’uomo avrebbe tentato più volte di colpirla con un coltello da cucina, riuscendo poi a ferirla all’addome.

La violenza non si sarebbe fermata. La donna ha riferito di essere stata trascinata per i capelli fino in camera da letto, dove il marito avrebbe continuato a colpirla con pugni e calci, fino a farle perdere i sensi. Al risveglio, le aggressioni sarebbero proseguite nel soggiorno, con ulteriori percosse e ustioni provocate dal contatto forzato con un termosifone acceso, contro il quale sarebbe stata immobilizzata.

All’interno dell’appartamento gli agenti hanno rinvenuto un coltello compatibile con quanto descritto dalla vittima, elemento ritenuto rilevante per le indagini. L’uomo, fermato e arrestato, ha negato le accuse, sostenendo che la moglie si sarebbe ferita da sola. Una versione che non ha convinto gli investigatori, alla luce delle condizioni della donna e degli elementi raccolti.

Nel corso dell’audizione, la vittima ha anche raccontato che episodi di violenza e minacce andavano avanti da mesi, fin dal suo arrivo in Italia nell’ottobre scorso. Ha spiegato di non aver mai denunciato per timore di ritorsioni e per la paura di perdere il permesso di soggiorno. La sorella, sentita a sua volta dagli agenti, ha confermato di essere a conoscenza di precedenti maltrattamenti, rafforzando il quadro accusatorio.

L’episodio riaccende i riflettori su un fenomeno spesso sommerso, quello delle violenze che si consumano in ambito familiare e che emergono solo quando la situazione precipita. In questo caso, la segnalazione dei familiari ha permesso un intervento tempestivo, evitando conseguenze potenzialmente ancora più gravi.

Le indagini proseguono per accertare eventuali ulteriori responsabilità e ricostruire nel dettaglio la storia di maltrattamenti denunciata dalla donna. Intanto, la vittima resta sotto osservazione medica, mentre la posizione del marito è ora al vaglio dell’autorità giudiziaria.

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