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Cronaca

Torino, sit-in contro i farmaci Teva: chiesta la rimozione dalle farmacie comunali

Un gruppo di manifestanti sollecita il Comune a rimuovere dai propri punti vendita i medicinali prodotti dalla multinazionale israeliana

Torino, sit-in contro i farmaci Teva

Torino, sit-in contro i farmaci Teva: chiesta la rimozione dalle farmacie comunali (foto di repertorio)

Un piccolo gruppo di manifestanti ha organizzato nel pomeriggio un sit-in davanti alla farmacia comunale di Porta Nuova, a Torino. La protesta aveva un obiettivo preciso: chiedere al Comune di interrompere la vendita dei farmaci prodotti dalla multinazionale Teva e, più in generale, dei medicinali considerati di origine israeliana. L’iniziativa si inserisce in una campagna di sensibilizzazione avviata nelle ultime settimane, che punta a contestare la presenza di questi prodotti nelle strutture comunali.

Una parte dei manifestanti è entrata nella farmacia per parlare con i clienti e illustrare le ragioni dell’iniziativa. Durante la protesta è stata anche proposta la firma di una petizione, già depositata per l’esame del Consiglio comunale, con la richiesta formale di procedere alla rimozione dei farmaci Teva dalle farmacie del circuito pubblico.

Secondo quanto riferito dagli organizzatori, Teva rappresenta una delle principali aziende farmaceutiche di Israele, con una presenza capillare nel settore dei medicinali generici in Italia e in Europa. I promotori sostengono che i profitti dell’azienda contribuirebbero, direttamente o indirettamente, al sostegno delle politiche israeliane nei territori palestinesi. Per questo ritengono necessario un boicottaggio, presentato come un’azione etica rivolta contro le scelte industriali e non contro i lavoratori dell’azienda.

La protesta ha attirato l’attenzione dei passanti, anche per la scelta di un luogo di forte visibilità come la farmacia comunale adiacente alla stazione di Porta Nuova. Il sit-in si è svolto in modo pacifico e non sono state registrate tensioni né interventi delle forze dell’ordine oltre l’ordinario monitoraggio.

Il tema ora passa al livello istituzionale, dove la petizione dovrà essere valutata dagli uffici competenti del Comune. L’amministrazione non ha ancora espresso una posizione ufficiale sulla possibilità di modificare i criteri di approvvigionamento delle farmacie comunali, che attualmente seguono le procedure standard previste per la distribuzione dei farmaci sul territorio.

La vicenda si inserisce in un contesto più ampio di iniziative e appelli legati al conflitto israelo-palestinese, con richieste di boicottaggio rivolte a specifiche aziende o categorie di prodotti. A Torino il primo banco di confronto sarà proprio la discussione della petizione presentata dai manifestanti.

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