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Cronaca
16 Dicembre 2025 - 11:49
Terrorizzavano gli anziani fingendo arresti e incidenti, poi nascondevano i soldi nello scaldabagno: maxi truffa smascherata
Un’organizzazione criminale strutturata, mobile e spietata, che faceva leva sulla paura e sulla fragilità degli anziani, prospettando scenari drammatici pur di estorcere denaro. È questo il quadro emerso dall’operazione condotta dai carabinieri di Genova, coordinati dalla Procura di Napoli, che nella giornata di oggi, martedì 16 dicembre, hanno eseguito 21 misure cautelari nei confronti dei presunti componenti della banda.
Il gruppo agiva in tutta Italia, dalla Liguria alla Lombardia, passando per Lazio, Campania, Calabria e Sicilia, ma aveva la propria base operativa a Napoli, dove risiedevano i cosiddetti trasfertisti, incaricati di spostarsi rapidamente per riscuotere il denaro dalle vittime. Secondo gli investigatori, l’organizzazione avrebbe messo a segno almeno 33 truffe, per un giro d’affari stimato in circa 300mila euro.
Il metodo era collaudato e particolarmente odioso. Le vittime, quasi sempre anziane, venivano contattate telefonicamente da soggetti che si spacciavano per carabinieri o avvocati. Con una precisione inquietante, i truffatori erano in grado di conoscere nomi di figli e nipoti, utilizzati per rendere credibile il racconto. Al telefono venivano prospettati incidenti stradali gravissimi, arresti imminenti, denunce e processi penali, con la possibilità di evitare conseguenze giudiziarie solo pagando una somma di denaro immediata, spesso presentata come cauzione o risarcimento urgente.

Sotto choc e convinti di aiutare un familiare in difficoltà, molti anziani consegnavano contanti e gioielli agli emissari della banda, che si presentavano direttamente a casa. In diversi casi, come riferito dagli inquirenti, le somme sottratte arrivavano anche a 8-9mila euro per singola truffa.
Durante le perquisizioni, i militari hanno recuperato una parte consistente del bottino. In particolare, 120mila euro in contanti sono stati trovati nascosti all’interno di uno scaldabagno, un dettaglio che restituisce la dimensione materiale e organizzata dell’attività criminale. Oltre al denaro, sono stati rinvenuti anche numerosi gioielli, anch’essi riconducibili alle truffe contestate.
A sottolineare la gravità del fenomeno è stato il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, che ha definito l’inchiesta «un’indagine su reati odiosi». Parole nette, che puntano il dito contro un sistema che «ha abusato della fragilità di persone anziane, spesso malate e in condizioni di grande difficoltà». Secondo Gratteri, i truffatori agivano «da presunti innocenti che, via telefono, fingendosi carabinieri, prospettavano arresti, incidenti, denunce e cauzioni per evitare il carcere», inducendo le vittime a consegnare tutto ciò che avevano.
L’operazione mette in luce ancora una volta la pericolosità delle truffe agli anziani, un fenomeno in crescita che sfrutta la solitudine, la paura e il rispetto per le istituzioni. Un crimine che non colpisce solo il patrimonio, ma lascia segni profondi sul piano psicologico, minando la fiducia e la serenità delle vittime.
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