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Cronaca

Il sindaco Pozzo e Ozegna piangono Renato Perono: comunità travolta dal dolore per il 26enne morto sulla provinciale 41

Un giovane di 26 anni perde la vita sulla provinciale 41: soccorsi inutili, paese sconvolto e un ricordo collettivo che si stringe attorno ai suoi cari

Il sindaco Pozzo e Ozegna

Il sindaco Pozzo e Ozegna piangono Renato Perono: comunità travolta dal dolore per il 26enne morto sulla provinciale 41

È un’Immacolata che il Canavese non dimenticherà. Lunedì 8 dicembre 2025, poco dopo le 20, la strada provinciale 41 tra Feletto e Lusigliè si è trasformata nel teatro di una tragedia. Renato Perono, 26 anni, originario e residente a Ozegna, ha perso la vita in un incidente di una violenza tremenda, lasciando un vuoto improvviso che ha sconvolto l’intera comunità.

La dinamica è ancora in fase di ricostruzione, ma i primi rilievi tratteggiano un quadro drammatico. Poco distante dallo stabilimento Omg, il giovane avrebbe perso il controllo della sua moto mentre percorreva un tratto sterrato della provinciale. Il mezzo è uscito dalla carreggiata, scivolando nella scarpata laterale e impattando contro una sbarra e un albero. L’urto è stato devastante. Renato è stato sbalzato a terra e le sue condizioni sono apparse subito disperate.

A dare l’allarme sono stati alcuni automobilisti, arrivati pochi istanti dopo lo schianto. Nel giro di minuti la zona si è riempita di sirene, luci blu e operatori impegnati in un tentativo disperato di salvare il ragazzo. Sono intervenuti i vigili del fuoco di Bosconero, le equipe sanitarie della Croce Rossa Italiana di San Giorgio e Castellamonte, insieme al 118 di Azienda Zero. Sulla scarpata, illuminata dai fari dei mezzi d’emergenza, i soccorritori hanno eseguito a lungo le manovre di rianimazione, ma ogni sforzo si è rivelato inutile. Il decesso è stato constatato sul posto.

L’area è stata delimitata dai carabinieri di San Giorgio Canavese e dalla Compagnia di Ivrea, che ora lavorano per chiarire cosa abbia causato la perdita di controllo: un ostacolo improvviso, un fondo dissestato, una manovra errata, persino un possibile malore. Tutte le ipotesi restano aperte.

Sulla provinciale restano i segni inequivocabili dell’incidente: la sbarra piegata, l’albero colpito, i solchi nella scarpata, i frammenti della moto dispersi nell’erba. Tracce che raccontano l’ultimo tragitto di Renato e la violenza istantanea di un impatto che non gli ha lasciato scampo.

A Ozegna, intanto, il dolore si è trasformato in una stretta collettiva. La notizia si è diffusa rapidamente e ha avvolto il paese in un silenzio fatto di incredulità, rabbia, senso di ingiustizia. Renato era un ragazzo conosciuto e stimato, ricordato per la sua gentilezza, l’educazione, la disponibilità verso gli altri. Qualità che emergevano con naturalezza nel suo modo di rapportarsi e che oggi tornano alla memoria di chiunque lo abbia incontrato, anche solo per poco.

Dalla comunità è arrivato un abbraccio forte, spontaneo, destinato alla famiglia colpita da una perdita che nessuno riesce ad accettare. Il sindaco Federico Pozzo, profondamente provato, ha affidato alle parole il pensiero di un intero paese: «La comunità di Ozegna si stringe attorno alla famiglia di Renato con affetto sincero. È un dolore immenso, che lascia senza fiato. In momenti come questo chiedo a tutti silenzio, sensibilità e rispetto: la famiglia ha bisogno di spazio per affrontare un lutto così duro».

Il primo cittadino ha aggiunto un ricordo personale, espressione di un legame umano che va oltre il ruolo istituzionale: «Di Renato vogliamo ricordare la gentilezza, l’educazione, il suo modo luminoso di rapportarsi agli altri. Era un ragazzo propositivo, dal cuore buono. È inaccettabile dover salutare qualcuno così giovane».

Ozegna oggi cammina piano, con lo sguardo basso e una ferita che attraversa le sue strade. Le luci dell’Immacolata, altrove simbolo di festa, qui sono diventate cornice di un giorno sospeso tra incredulità e dolore. Una comunità intera resta accanto alla famiglia Perono, con l’unica forza possibile davanti a un lutto così ingiusto: quella del silenzio, della presenza, del ricordo.

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