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Agliè ridisegna la sua identità: piazza Molini e il lago della Gerbola al centro di un progetto ambizioso

Tra rigenerazione, acqua e archeologia industriale, il Comune avvia un intervento che guarda alla qualità degli spazi quotidiani

Agliè ridisegna la sua identità

Agliè ridisegna la sua identità: piazza Molini e il lago della Gerbola al centro di un progetto ambizios

Ad Agliè, il futuro passa da due luoghi che custodiscono il passato: piazza Molini e il lago della Gerbola. Due punti diversi del paese, eppure legati dalla stessa ambizione: restituire senso agli spazi di prossimità, riconoscere il valore del paesaggio idrico, rimettere al centro quella trama quotidiana fatta di storia minuta, lavoro e natura. La Giunta guidata dal sindaco Marco Succio ha approvato il progetto di riqualificazione e valorizzazione dei due siti, avviando un percorso che non punta all’effetto scenico, ma alla coerenza, alla cura, alla continuità delle funzioni urbane.

Il progetto si muove dentro un quadro economico calibrato: 160.522 euro, di cui 144.470 arrivano dal finanziamento regionale e 16.052 da fondi comunali, con l’integrazione nell’Accordo di Coesione FSC 2021-2027 promosso dalla Regione Piemonte. Un lavoro di incastro istituzionale, in cui Agliè veste anche il ruolo di capofila nel contesto del Gal Valli del Canavese, mostrando di saper intercettare risorse esterne senza rinunciare a una parte di investimento diretto. È una scelta pragmatica: rafforzare il tessuto finanziario del Comune senza sottrarre ambizione alle prospettive di sviluppo.

Il progetto porta la firma dello Studio Tecnico Sado di Torino, con l’ingegner Carlo Guido Careggio come responsabile. La documentazione prodotta racconta un approccio metodico: relazione descrittiva, fotografie, computo metrico, cronoprogramma, piani di sicurezza e manutenzione, tavole tecniche e render. Non un semplice progetto di arredo, ma una pianificazione che tiene insieme forma e gestione, estetica e durata. In piccoli centri come Agliè la differenza non la fa l’effetto di una piazza inaugurata, ma il modo in cui quella piazza resta viva, funzionale, leggibile negli anni.

Il percorso amministrativo ha avuto una progressione lineare: il progetto è stato ammesso a finanziamento nel dicembre 2024, confermato nel gennaio successivo, inserito nel bilancio comunale 2025 e ora approvato con delibera immediatamente eseguibile. Entrano dunque in gioco le fasi decisive: progettazione esecutiva, affidamento dei lavori, apertura dei cantieri.

Il capitolo più significativo riguarda i luoghi. Piazza Molini è un frammento autentico dell’archeologia industriale del paese, un’area che racconta la tradizione molitoria e la vita lavorativa che ha attraversato generazioni. La riqualificazione punta a rendere la piazza più leggibile e più accessibile, restituendole la dimensione di spazio civico: un luogo attraversabile, riconoscibile, capace di ospitare funzioni di comunità senza snaturarne la memoria.

Il lago della Gerbola, invece, è un invaso nato per esigenze di bonifica e irrigazione, oggi frequentato anche per la pesca sportiva. La sua natura artificiale non gli toglie valore: lo inserisce, anzi, nel sistema idrico che dalla Gerbola defluisce nei canali e termina nel Ritano della Valle, al margine del parco del Castello. In questo passaggio d’acqua si legge un’intera geografia locale: rigenerare significa riconoscere un ecosistema, non solo migliorare un luogo.

Gli effetti sul tessuto urbano potrebbero essere rilevanti, pur restando nel perimetro di un intervento mirato. Una piazza più curata rende più semplice la socialità, aumenta la percezione di qualità dello spazio, sostiene le attività di vicinato. Un lago valorizzato diventa un presidio di biodiversità, un polmone di raffrescamento naturale, un luogo di fruizione lenta. E il collegamento idrico con il parco del Castello restituisce continuità paesaggistica a un sistema che non può essere letto per singoli elementi isolati.

Per la Giunta, la sfida è tutta nel metodo: governare un progetto significa mettere insieme strategie sovracomunali con le esigenze dei cittadini, riconoscere il valore delle reti — da quella idrica a quella istituzionale — e programmare interventi che non si consumino nell'arco di una stagione. La presenza di un piano di manutenzione già integrato nella progettazione è un segnale di visione: pianificare oggi per evitare costi insostenibili domani.

Ora resta da trasformare la progettazione in cantiere. E il cantiere in spazio vissuto. Per Agliè non è solo un’opera pubblica: è un tassello della propria identità, che torna a emergere tra acqua, pietra e memoria.

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