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Cronaca

Tragedia di Volpiano: la Procura indaga per omicidio stradale e fuga del conducente. Due auto coinvolte sarebbero scappate

Testimoni già sentiti, accertamenti tecnici sul seggiolino e sulla dinamica della carambola. La mamma, alla guida, è ancora in osservazione al Giovanni Bosco

Tragedia di Volpiano

Tragedia di Volpiano: la Procura indaga per omicidio stradale e fuga del conducente. Due auto coinvolte sarebbero scappate

La notte di sabato sulla A5 Torino-Aosta si è trasformata in un tratto d’asfalto tragico. Una bimba di nemmeno tre mesi è morta dopo essere stata sbalzata fuori dall’auto in cui viaggiava insieme alla madre, finita fuori strada dopo una violenta carambola. L’ovetto che la conteneva è stato proiettato all’esterno, un elemento che gli inquirenti considerano centrale nella ricostruzione dell’accaduto.

La Procura di Ivrea ha aperto un fascicolo per omicidio stradale e fuga del conducente, ipotesi aggravate dal coinvolgimento — ancora da definire con precisione — di almeno due veicoli che sarebbero transitati nell’incidente senza fermarsi a prestare soccorso. Un comportamento che, se confermato, aprirebbe ulteriori profili penali.

Gli investigatori stanno ascoltando i testimoni che si trovavano a percorrere quel tratto di autostrada tra gli svincoli di Settimo Torinese e Volpiano, pochi minuti dopo l’impatto. Le prime testimonianze suggeriscono che ci sarebbe stato più di un mezzo in prossimità dell’auto guidata dalla madre al momento della perdita di controllo. Ma il quadro è ancora frammentario: si lavora per stabilire quale ruolo abbiano avuto quei veicoli e se ci sia stato un urto, un sorpasso azzardato o un comportamento che possa aver determinato la manovra fatale.

Elemento chiave dell’inchiesta è la posizione dell’ovetto, trovato a metri di distanza dalla vettura. Gli accertamenti tecnici in corso dovranno chiarire se fosse stato correttamente ancorato, se il dispositivo di trattenuta presentasse difetti o se l’impatto sia stato talmente violento da superare ogni resistenza. Gli inquirenti confermano che al momento non ci sono conclusioni, e che tutte le ipotesi restano aperte.

Intanto la madre della piccola, sotto shock, è ancora in osservazione all’ospedale Giovanni Bosco di Torino. Le sue condizioni non sarebbero gravi, ma necessita di monitoraggio e assistenza psicologica. Gli agenti dovranno ascoltarla non appena sarà possibile, per ricostruire gli istanti precedenti allo schianto e comprendere se avesse percepito la presenza di altri veicoli coinvolti.

Sul tratto di autostrada in questione non sono esclusi ulteriori rilevamenti: telecamere, immagini dei varchi e testimonianze potrebbero permettere di identificare i conducenti che si sarebbero allontanati. Un gesto che pesa come un macigno nella dinamica dell’inchiesta: non si tratta solo di ricostruire cosa abbia causato l’incidente, ma anche di verificare perché nessuno si sia fermato.

Gli investigatori, coordinati dalla Procura eporediese, non escludono che possa emergere una responsabilità concorrente tra più soggetti. Il fascicolo aperto punta a chiarire ogni passaggio: dalla condotta degli automobilisti in transito, al comportamento del veicolo della madre, alla risposta dell’ovetto durante l’urto.

La comunità resta sconvolta da un incidente che si consuma in pochi secondi ma lascia domande a cui è difficile rispondere. Perché l’ovetto non ha retto? Cosa ha fatto perdere controllo alla vettura? E perché almeno due automobilisti — se confermato — hanno deciso di continuare la marcia davanti a una scena così drammatica?

Domande che ora attendono un riscontro investigativo, mentre la vicenda assume contorni sempre più complessi. L’unica certezza, per ora, è una tragedia che lascia una giovane madre senza la sua bambina e un fascicolo aperto su una delle ipotesi più gravi previste dal codice: omicidio stradale aggravato dalla fuga.

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