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Cronaca

Comando armato ruba un furgone di giornali: la camorra zittisce l’informazione in Campania

Un blitz notturno da film: quattro uomini armati bloccano il mezzo tra Caserta e Roccarainola e portano via tutte le copie del Roma, Metropolis, Il Sannio e La Città di Salerno. Solidarietà unanime di Fnsi, Sugc, Odg Campania e Sinistra Italiana: “Un attacco diretto alla libertà di stampa”

Comando armato ruba un furgone di giornali: la camorra zittisce l’informazione in Campania

Comando armato ruba un furgone di giornali: la camorra zittisce l’informazione in Campania

Alle prime luci dell’alba, la Campania si è svegliata senza voce. Le edicole vuote, i banconi deserti, le copie del Roma, di Metropolis e de Il Sannio Quotidiano semplicemente sparite. Non è un ritardo nella distribuzione, non un problema tecnico: è l’effetto di un assalto armato nel cuore della notte, un episodio tanto surreale quanto grave, che ha interrotto la filiera dell’informazione con la violenza delle armi.

Poco prima delle tre, lungo la tratta tra la zona industriale di Caserta e il deposito Di Canto Spa di Roccarainola, un furgone carico di giornali è stato fermato da un commando armato. Quattro uomini con il volto coperto da passamontagna, a bordo di una Bmw scura, hanno tagliato la strada al mezzo, minacciato l’autista e lo hanno costretto ad abbandonare il veicolo. Poi la fuga, veloce e silenziosa, con l’intero carico dei quotidiani.

Il furgone è stato ritrovato poco dopo a Casalnuovo di Napoli, in via Verdi, grazie al segnale satellitare. Ma era già vuoto. Delle migliaia di copie stampate nella notte non restava che il cassone spalancato, muto e desolato. Una scena inquietante, che ha messo in moto subito i carabinieri, impegnati ad analizzare i filmati di videosorveglianza e ad ascoltare l’autista, ancora sotto shock.

C’è chi ha parlato di avvertimento, chi di atto intimidatorio. Di certo, rubare giornali non è un furto qualunque. Non c’è un guadagno economico: c’è la volontà di mandare un messaggio. E in Campania, dove le cronache giudiziarie e quelle della camorra spesso si incrociano, il significato di certi gesti è fin troppo chiaro.

A denunciare la gravità del fatto è stato Tonino Scala, segretario regionale di Sinistra Italiana«L’azione criminale avvenuta nella notte nell’area nolana è un fatto di una gravità assoluta. Non solo un atto intimidatorio, ma un vero e proprio attacco alla libertà di stampa e al diritto dei cittadini ad essere informati. Esprimo piena solidarietà alle redazioni del Roma, di Metropolis, de La Città e de Il Sannio, ai lavoratori della distribuzione, agli edicolanti e a tutti coloro che ogni giorno garantiscono, spesso in condizioni difficili, il diritto collettivo alla conoscenza».

A fargli eco, poche ore dopo, è arrivato il Sindacato Unitario Giornalisti della Campania (SUGC) insieme alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi), che hanno parlato di un «episodio inquietante sul quale chiediamo indagini approfondite» e di un «probabile avvertimento di stampo camorristico».
«È l’ennesimo segnale – si legge nella nota – che fare informazione in questo territorio è sempre più difficile, e che mandare ogni giorno i giornali in edicola è diventato un vero e proprio impegno di resistenza civile. Ai colleghi e alle maestranze dei quotidiani coinvolti la solidarietà e la vicinanza della Federazione nazionale della stampa italiana e del Sindacato unitario giornalisti della Campania».

Anche l’Ordine dei Giornalisti della Campania è intervenuto, parlando attraverso una nota diffusa dall’ANSA: «È allarmante e preoccupante quanto accaduto la scorsa notte a Caserta, dove è stato rapinato un furgone carico di giornali. Il mezzo è stato ritrovato poco dopo a Nola senza il carico. È necessario fare subito chiarezza ed individuare i responsabili».
L’Ordine ha inoltre espresso «piena e convinta solidarietà alle redazioni del Roma, di Metropolis e del Sannio Quotidiano» e ricordato che «è sempre al loro fianco».

Tre voci – quella della politica, del sindacato e dell’Ordine professionale – raccontano un’unica verità: in Campania, oggi, fare il giornalista è ancora una forma di resistenza. Non solo intellettuale, ma fisica. Perché qui la libertà di stampa non si misura con le parole, ma con la paura.

E così, il furto di un furgone pieno di carta diventa un gesto simbolico, una rapina alla democrazia, un colpo alla circolazione delle idee. Nelle redazioni, stamattina, si lavora lo stesso: si cercano risposte, si preparano nuove edizioni, si prova a ricominciare.

Ma la domanda resta: chi aveva interesse a far sparire quei giornali? E soprattutto, cosa si voleva impedire che arrivasse ai lettori?

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Parole

Stanotte, in Campania, qualcuno ha deciso che l’informazione doveva tacere. Hanno fermato un furgone, puntato le pistole, svuotato i pacchi di giornali e se ne sono andati nel buio. Non hanno preso soldi, né merce di valore. Hanno rubato le parole. Quelle che raccontano, che denunciano, che spiegano. Quelle che fanno paura a chi vive di omertà e di potere.

Non è una rapina. È un atto politico, un messaggio sporco: “Zitti, o vi fermiamo noi.” Ma chi conosce questo mestiere sa che non si può fermare un giornale. Perché la notizia, anche se la strappi, rimane nell’aria.

La verità è che questa notte non hanno colpito i giornalisti. Hanno colpito tutti noi, chi crede ancora che la libertà di stampa non sia una concessione ma un diritto. E la cosa più grave è che, domani, ci sarà pure chi farà finta di niente. Chi dirà “sono solo giornali”, come se i giornali non fossero l’ossigeno di una democrazia.

La risposta dovrà essere altrettanto chiara. Il giornalismo non si inginocchia. Si rialza, ogni mattina, impolverato, incazzato, ma vivo. E domani, dalle edicole che oggi sono rimaste vuote, la voce dell’informazione tornerà a uscire.
Più forte, più scomoda, più necessaria di prima.

Liborio La Mattina
Direttore de “La Voce”

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