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Cronaca

Seimila capi contraffatti sequestrati tra Porta Palazzo e lungo Dora

Marciapiedi e piste ciclabili trasformati in bazar, mentre i vigili intensificano i controlli: la città cerca un equilibrio tra repressione e inclusione

Porta Palazzo

Quasi seimila capi contraffatti sequestrati tra Porta Palazzo e lungo Dora

Quasi seimila capi di abbigliamento contraffatti sequestrati in pochi mesi. È il dato che fotografa con precisione la pressione costante che da inizio anno pesa sull’area di Porta Palazzo e lungo Dora Napoli, cuore pulsante di Torino ma anche epicentro di un fenomeno sempre più difficile da contenere: il commercio abusivo.

Dietro i numeri, c’è un’immagine che si ripete ogni fine settimana. I marciapiedi si riempiono di banchi improvvisati, le piste ciclabili diventano corridoi ingombri di merce, i passaggi pedonali si stringono tra sacchi di vestiti e lenzuola stese a terra. Lungo i portici e davanti alle vetrine dei negozi regolari, il confine tra legalità e illegalità si fa sottile. Il risultato è una convivenza difficile, fatta di tensioni, concorrenza sleale e disagio urbano.

Secondo i dati raccolti dalla polizia municipale, solo tra gennaio e la prima settimana di ottobre sono stati sequestrati quasi seimila capi falsificati, in gran parte borse, giacche, scarpe e capi di marca contraffatti, destinati alla vendita diretta o al mercato parallelo che prolifera nelle vie limitrofe. Un numero che non può essere ignorato: ogni singolo sequestro è la prova di una filiera illegale radicata, che parte dai canali di approvvigionamento internazionali e arriva fino ai venditori di strada, spesso reclutati tra chi vive ai margini economici e sociali.

Le immagini raccolte dagli agenti raccontano una realtà quotidiana: la piazza più multiculturale di Torino si trasforma, nel fine settimana, in un mercato informale a cielo aperto, dove tra profumi di spezie e urla di venditori si mescolano legalità e abusivismo. La presenza costante dei vigili non basta a scoraggiare un fenomeno che si rigenera ogni volta, come se la sanzione fosse solo una pausa temporanea in un sistema che trova sempre nuove forme di adattamento.

Le conseguenze si riflettono anche sulla vita quotidiana del quartiere. I residenti lamentano rumore, affollamento e degrado; i commercianti parlano di concorrenza sleale, con merce falsa venduta a pochi metri dalle loro botteghe. Per pedoni e ciclisti, attraversare la zona significa spesso zigzagare tra bancarelle abusive e mezzi in sosta. Ma il fenomeno non riguarda solo il “decoro”: dietro ogni capo contraffatto c’è un danno concreto all’economia legale, alla sicurezza dei consumatori e al lavoro regolare.

Le operazioni di sequestro, per quanto necessarie, non bastano a invertire la tendenza. Gli esperti sottolineano che la lotta alla contraffazione richiede una strategia di lungo periodo: controlli sistematici nei weekend, tutela degli spazi pubblici e delle piste ciclabili, sostegno al commercio legale e interventi mirati lungo tutta la filiera produttiva, per interrompere il flusso di merce illegale già alla fonte.

In questa prospettiva, le associazioni di categoria chiedono una presenza costante delle forze dell’ordine e politiche di integrazione che consentano a chi oggi vive di vendita abusiva di accedere a percorsi di lavoro regolare. Perché la repressione, da sola, rischia di spostare il problema più in là, senza risolverlo.

Il tema, a Porta Palazzo, è anche culturale. L’area, da sempre simbolo di mescolanza e vitalità, oggi riflette le fragilità di un tessuto urbano in cerca di equilibrio tra inclusione e legalità. I numeri dei sequestri non rappresentano solo un record operativo, ma il sintomo di un sistema fuori asse, dove l’urgenza economica si intreccia con l’assenza di regole condivise.

La posta in gioco è alta. Non si tratta soltanto di restituire ordine e pulizia, ma di difendere un principio di convivenza urbana basata sulle regole, dove chi rispetta la legge non sia penalizzato. Quasi seimila capi sequestrati non sono un episodio isolato, ma il segnale che la soglia di tolleranza è stata superata.

Rimettere ordine, dicono al comando della municipale, significa anche restituire senso allo spazio pubblico: renderlo sicuro, accessibile e condiviso, non terreno di conquista per l’illegalità diffusa. Porta Palazzo, da sempre specchio della città, mostra oggi le sue contraddizioni più profonde. E se le strade continuano a trasformarsi in mercati abusivi, la sfida non sarà solo quella di far rispettare le regole, ma di ricostruire fiducia e dignità nel lavoro.

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