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Cronaca
25 Ottobre 2025 - 09:40
Blitz contro la pedopornografia: arresti e perquisizioni in tutto il Piemonte
Un’operazione imponente, coordinata e silenziosa, quella condotta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Torino, che ha messo nel mirino un fenomeno tanto nascosto quanto mostruoso: la pedopornografia online. Nel corso dell’indagine, sono state arrestate cinque persone in flagranza di reato — ai sensi degli articoli 600 ter e 600 quater del Codice penale — e denunciate altre cinque, a carico delle quali è stato sequestrato materiale informatico utilizzato per la detenzione e la distribuzione di contenuti multimediali illeciti.
L’attività, partita dal Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.) e coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino, è proseguita anche in modalità sotto copertura, permettendo di individuare 22 soggetti che avevano condiviso o scaricato file, immagini e video di pornografia minorile. Le indagini, accurate e prolungate, hanno tracciato la mappa di una rete capillare di utenti che, dietro l’anonimato virtuale, alimentavano un mercato di atrocità.
L’esecuzione dei decreti di perquisizione, disposti dalla Procura torinese, è avvenuta con la collaborazione del C.O.S.C. di Milano e delle Sezioni Operative di Asti, Biella, Cuneo, Imperia, Novara, Savona e Vercelli. Gli agenti hanno fatto irruzione in diversi luoghi contemporaneamente, portando all’arresto di cinque persone, quattro nel capoluogo piemontese e una a Novara.
Gli arrestati, di età compresa tra i 30 e i 61 anni, detenevano materiale di sfruttamento minorile di varia natura, in alcuni casi relativo a violenze sessuali su bambini anche in tenera età, e contenuti particolarmente cruenti e violenti, i cosiddetti “gore”. In un episodio, durante la perquisizione, gli investigatori hanno colto l’indagato nell’atto di scambiare i file proibiti con terzi, circostanza che ha aggravato la sua posizione portando all’arresto anche per divulgazione del materiale.
A tutti gli indagati, arrestati e denunciati, è stato sequestrato numerosissimo materiale informatico, ora sottoposto a accurate analisi forensi per ricostruire canali, contatti e scambi.
La Polizia di Stato sottolinea che le persone coinvolte devono essere considerate innocenti fino a sentenza definitiva, ma l’operazione conferma l’impegno costante delle forze dell’ordine nel contrasto a una delle forme più aberranti di criminalità digitale, che sfrutta la vulnerabilità dei più piccoli e si annida nei meandri del web.
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