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25 Ottobre 2025 - 09:31
Maxi controlli tra Torino, Moncalieri, Rivoli, Venaria, Settimo e il Canavese: lavoro nero e aziende sospese
Sette italiani e uno straniero denunciati. Diciotto lavoratori controllati, cinque “in nero”.
Nove attività passate al setaccio tra Torino, Moncalieri, Rivoli, Venaria, Settimo Torinese, Montanaro e Groscavallo. È il bilancio del blitz dei Carabinieri del Comando Provinciale di Torino, affiancati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro, che nelle scorse settimane hanno condotto una serie di verifiche serrate in tema di salute, sicurezza e contrasto al lavoro sommerso.
Un’operazione che non si è limitata alle carte: nei fatti, ha portato a provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale, denunce penali e sanzioni per oltre 66.800 euro.
I militari hanno messo nel mirino attività di ogni tipo, dai bar alle pizzerie, dalle carrozzerie alle sartorie, fino ai cantieri edili. Un mosaico che racconta non solo un sistema economico frammentato, ma anche un fenomeno che continua a ripetersi: l’abitudine a ignorare le regole base della sicurezza sul lavoro, come se fossero un lusso anziché un obbligo.
A Torino, in via Cravero, un bar è stato chiuso dopo che gli ispettori hanno trovato un lavoratore in nero, l’assenza del documento di valutazione dei rischi e un impianto di videosorveglianza non autorizzato, usato per controllare di nascosto il personale. Una pratica vietata, che rievoca i vecchi modelli padronali di controllo totale. La sanzione è stata immediata: sospensione dell’attività e segnalazione alle autorità competenti.
Altro giro, stessa storia: all’interno della Stazione di Porta Nuova, un esercizio commerciale è finito nei guai per non aver redatto il documento di valutazione dei rischi. Anche qui, scattato il provvedimento di sospensione.
A Rivoli, invece, un pizzaiolo è stato denunciato penalmente per non aver aggiornato la formazione del servizio di prevenzione e protezione. Piccole omissioni che, sommate, possono costare vite.
A Moncalieri, una carrozzeria è risultata dotata di un sistema di videosorveglianza installato per monitorare occultamente i dipendenti. Nessuna valutazione dei rischi nemmeno in questo caso. Risultato: chiusura dell’attività fino alla regolarizzazione.
A Venaria Reale, la titolare di un centro massaggi è stata multata per pagamenti in contanti non tracciabili — un dettaglio che, in un’economia ancora segnata dal sommerso, pesa più di quanto sembri.
Nel Canavese, e precisamente a Montanaro, i Carabinieri hanno ispezionato due bar: entrambi avevano telecamere non autorizzate; in uno di essi è stato trovato anche personale in nero, con conseguente sospensione dell’attività.
Ma i controlli non si sono fermati alle città di pianura. In montagna, a Groscavallo, i militari hanno verificato un cantiere edile: qui un’azienda impiegava personale non formato, senza contratto e privo di sorveglianza sanitaria, nonostante le mansioni ad alto rischio. Anche in questo caso, l’attività è stata immediatamente sospesa.
A Settimo Torinese, infine, è stata ispezionata una sartoria dove mancava la nomina del responsabile del servizio di prevenzione e protezione. Anche qui, scoperto l’ennesimo impianto di videosorveglianza non autorizzato, una costante che attraversa tutti i settori controllati.
Le Procure di Torino e Ivrea hanno coordinato le indagini penali, ancora nella fase preliminare, e per tutti i soggetti coinvolti vige la presunzione di innocenza. Ma il messaggio è chiaro: la tolleranza zero per chi sfrutta o mette a rischio i propri dipendenti è ormai la linea.
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