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Cronaca
17 Ottobre 2025 - 14:39
Una donna sindacalista dà fastidio? E allora le disegnano un pene sull’auto
C’è ancora chi crede di poter zittire una donna con un disegno osceno su una carrozzeria. È successo a Ivrea, dove nella notte tra il 15 e il 16 ottobre l’auto di una delegata Fiom-Cgil della Muviq è stata vandalizzata con un disegno volgare raffigurante un organo genitale maschile e con una gomma tagliata. Un gesto che non ha nulla a che vedere con una bravata: è un atto intimidatorio, codardo e soprattutto sessista.
La donna, candidata alle elezioni dei rappresentanti aziendali previste per il 21 ottobre, è una lavoratrice conosciuta per la sua battaglia costante in difesa dei diritti delle colleghe e dei colleghi. E proprio per questo è finita nel mirino di qualcuno che evidentemente non sopporta l’idea di vedere una donna con voce e coraggio dentro la fabbrica.
La Camera del Lavoro di Ivrea ha reagito con fermezza, parlando di «un ignobile gesto con connotazioni sessiste» e ribadendo la «più ampia solidarietà alla lavoratrice che da sempre si batte per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori».
Parole nette, che si sommano alla denuncia presentata alle forze dell’ordine dalla Fiom-Cgil Torino, decisa a individuare il responsabile di quella che definisce senza mezzi termini «una minaccia che non può e non deve essere tollerata né sottovalutata».
Chi ha colpito sapeva bene cosa stava facendo. Non si tratta solo di un atto vandalico, ma di una ferita simbolica, un messaggio scritto con la violenza di chi vuole ristabilire il vecchio ordine: zitte le donne, muti i sindacalisti. Ma non sarà così. «Vogliamo far capire al responsabile del vile atto che nessuno verrà lasciato da solo», scrive la Fiom, invitando tutte le lavoratrici e i lavoratori della Muviq a stringersi attorno alla collega.
Nel frattempo, l’episodio accende i riflettori su un problema che va ben oltre i cancelli dell’azienda: la cultura del sessismo che ancora permea certi ambienti di lavoro. Quella che si manifesta nei pettegolezzi, nelle battute, negli insulti gratuiti e, nei casi peggiori, in gesti come questo. È la dimostrazione che la strada verso una reale parità di rispetto e dignità è ancora lunga.
Da Ivrea arriva un segnale opposto. Un mondo del lavoro che non si piega e un sindacato che reagisce con compattezza.
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