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Cronaca
17 Ottobre 2025 - 14:24
Ermes Zerbinati
Se n’è andato Ermes Zerbinati, e con lui se ne va un pezzo importante della sanità canavesana. Un uomo di reparto e di parola, un infermiere che ha accompagnato per decenni la storia dell’ASL TO4, portando con sé il senso autentico del servizio pubblico: la dedizione silenziosa, la disponibilità, la capacità di ascoltare e di mediare.
Un lavoratore esemplare, stimato dai colleghi e rispettato anche dai dirigenti. Una di quelle persone che tengono in piedi un sistema con la forza tranquilla del lavoro quotidiano, non con gli slogan ma con la pazienza, la presenza, la competenza.
«Ci ha lasciato una persona di animo gentile e generoso – commenta il direttore generale dell'Asl To4 Luigi Vercellino – che per quasi quarant’anni ha svolto la sua attività professionale con competenza, dedizione e passione. Ha messo le sue qualità al servizio dei colleghi anche nel ruolo di rappresentante sindacale, dove ne abbiamo sempre apprezzato la capacità costruttiva, l’impegno costante e il contributo fondamentale nell’affrontare i temi di interesse dei lavoratori, sempre con rispetto e lealtà verso tutti. Ermes mancherà a chiunque lo abbia conosciuto, ma rimarrà per sempre nei cuori e nel ricordo di quanti lo hanno stimato per le sue qualità umane e professionali».
Parole che restituiscono l’immagine di un uomo che ha saputo essere ponte fra due mondi spesso distanti: quello della direzione e quello dei lavoratori.
Ermes Zerbinati, infatti, era un volto conosciuto e rispettato anche nei tavoli sindacali. Delegato della CISL Funzione Pubblica Torino Canavese, aveva condotto battaglie importanti per la dignità del personale sanitario, per il riconoscimento del lavoro degli infermieri e degli operatori, e per la sicurezza dei reparti.
Durante la pandemia fu tra coloro che denunciarono con forza le carenze di personale e di dispositivi di protezione, ma sempre con uno stile sobrio, costruttivo, privo di toni polemici.
Nel 2023 aveva preso posizione contro i ritardi nel pagamento della tredicesima mensilità, ricordando che «chi lavora in sanità ha diritto almeno alla certezza del proprio stipendio».
Poco tempo dopo, si era fatto portavoce – insieme ad altri sindacati – di un appello al Presidente della Regione Piemonte affinché una parte dei fondi stanziati per la sanità venisse destinata anche all’ASL TO4, «un territorio troppo spesso dimenticato, ma che tiene in piedi intere aree del Canavese».
Nei corridoi degli ospedali di Ivrea, Chivasso e Cirié, Ermes era conosciuto da tutti. Sempre con il sorriso, disponibile ad ascoltare un collega, a dare una mano a chi era in difficoltà, a spiegare con pazienza le questioni contrattuali o sindacali. Era una presenza costante, discreta ma solida, come quelle figure che diventano parte del paesaggio umano di un luogo.
E proprio in quelle situazioni difficili emergeva la sua stoffa: il senso del dovere, la capacità di mantenere il dialogo, di non trasformare mai la rabbia in scontro. Non si tirava indietro neppure davanti alle emergenze: quando si trattava di discutere dei cantieri infiniti dell’ospedale di Ivrea, dei disagi per i reparti costretti a spostarsi, o della qualità del servizio mensa per i degenti, Zerbinati era sempre tra i primi a chiedere risposte e trasparenza. Lo faceva con fermezza, ma senza arroganza, cercando sempre la soluzione più giusta per tutti.
Il suo modo di essere sindacalista era raro: non un agitatore, ma un costruttore. Non uno che “stava contro”, ma uno che “stava dentro”, dentro i problemi e dentro la vita dei colleghi. E questo lo aveva reso un esempio anche per i più giovani.
Non a caso, la CISL FP Alessandria-Asti lo ha ricordato con parole semplici ma vere: «Salutiamo con commozione Ermes Zerbinati, sindacalista CISL FP Torino Canavese. Sinceramente, una persona sempre gentile e disponibile con tutti. Insomma: un sindacalista CISL. Ciao Ermes».
E dietro quell’“insomma” c’è tutto: la stima, l’affetto, la riconoscenza di chi lo ha conosciuto davvero.
Le cronache sindacali e le pagine locali lo avevano spesso citato in questi anni: quando difendeva il personale dell’ospedale di Ivrea costretto a turni massacranti, quando denunciava il sovraffollamento dei Pronto Soccorso, o quando chiedeva che l’ASL TO4 non fosse dimenticata dalla Regione nei piani di investimento.
In un mondo dove il confronto istituzionale è spesso muro contro muro, Ermes Zerbinati aveva la capacità rara di tenere aperte le porte, di far dialogare le persone, di far sentire ragionevolezza anche nei momenti più tesi.
Non era un uomo di vetrina, ma di sostanza. Un professionista che ha creduto fino all’ultimo nel valore del lavoro pubblico e nella dignità delle persone.
Non si conoscono ancora i dettagli delle esequie, ma è certo che saranno in molti a volerlo salutare.
E in quel saluto ci sarà la gratitudine di un territorio intero per chi, per quarant’anni, ha servito la sanità con la divisa dell’infermiere e il cuore del sindacalista.
Lascia un’eredità fatta di gesti semplici, di coerenza e di umanità. Quella che non si insegna, ma si trasmette con l’esempio.
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