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Cronaca
11 Ottobre 2025 - 22:24
foto archivio
Una famiglia distrutta, un intero condominio evacuato e un mistero che si infittisce ora dopo ora. È una notte di terrore quella vissuta a Cornaredo, alle porte di Milano, dove un incendio divampato in un appartamento di via Cairoli 5 ha provocato tre vittime: Benito Laria, 88 anni, ex tranviere in pensione originario del Novarese, sua moglie Carmela Greco, 82 anni, nata in provincia di Siracusa, e il figlio Carlo, 55 anni, l’unico dei tre figli che ancora viveva con i genitori.
All’inizio tutto faceva pensare a una tragedia domestica, un corto circuito, una fatalità. Ma con il passare delle ore, gli investigatori hanno cominciato a delineare un quadro più complesso, e molto più inquietante. Gli specialisti del Nucleo Investigativo Antincendio (NIA) dei Vigili del fuoco hanno infatti individuato nella stanza del figlio tracce di una sostanza infiammabile non compatibile con i materiali presenti nell’abitazione. Proprio lì, sul letto dove è stato ritrovato il corpo carbonizzato dell’uomo, si sarebbe sviluppato il rogo.
foto archivio
Gli accertamenti in corso portano quindi a ipotizzare un gesto doloso, forse un drammatico atto volontario. Le analisi sui resti del corpo di Carlo, condotte in obitorio, avrebbero confermato la presenza della stessa sostanza anche sui suoi indumenti. Elementi che, uniti ai primi riscontri raccolti dai Carabinieri di Milano, rafforzano la pista di un incendio appiccato dall’interno.
A parlare di un disagio profondo è anche la testimonianza della sorella, che ha raccontato agli inquirenti come il fratello soffrisse da tempo di forte depressione e si trovasse a casa in malattia per problemi di pressione. Lavorava in una ditta di vigilanza non armata, ma da qualche tempo si era chiuso sempre più in se stesso.
L’incendio è scoppiato poco dopo le tre del mattino. Le fiamme hanno rapidamente avvolto l’appartamento al primo piano, soffocando ogni possibilità di salvezza. Il primo ad accorgersene è stato il padre, Benito, che si è precipitato sul pianerottolo gridando “Mio figlio sta bruciando!”. I vicini, svegliati dalle urla e dal fumo, hanno tentato di aiutarlo.
“Ho sentito gridare aiuto, poi bussare alla mia porta – racconta Ahmad, vicino di casa –. Ho aperto e l’ho visto urlare di chiamare i pompieri. Dalla porta uscivano lingue di fuoco. Poi è corso dentro e non l’ho più visto.”
Anche Nadia, un’altra vicina, ricorda quegli istanti di panico: “È uscito urlando che il figlio stava bruciando, poi ha chiesto di chiamare i soccorsi e si è gettato di nuovo tra le fiamme per salvare la moglie”.
La donna, affetta da gravi difficoltà motorie, non è riuscita a fuggire. I vigili del fuoco hanno poi trovato il corpo di Benito in cucina, probabilmente ucciso dal fumo, e quello della moglie nella camera da letto, ormai devastata dalle fiamme.
L’intervento dei soccorsi è stato immediato, ma il bilancio è stato drammatico. Cinquanta persone sono state evacuate, appartenenti a diciassette nuclei familiari. Diciannove residenti sono stati visitati dai sanitari sul posto, e ottotrasportati in ospedale per l’inalazione dei fumi, tutti poi dimessi.
Il Comune ha disposto l’accoglienza di una dozzina di famiglie nel centro polifunzionale, in attesa della relazione tecnica che stabilirà se e quando lo stabile – ora dichiarato inagibile – potrà essere nuovamente abitato. Nel frattempo, i vigili del fuoco del comando provinciale di Milano e i carabinieri stanno ricostruendo nel dettaglio la dinamica del rogo, mentre il Nucleo Investigativo lavora per chiarire se dietro l’incendio ci sia davvero un gesto volontario.
Una tragedia che lascia dietro di sé una scia di dolore e domande. In un silenzio che sa di cenere, tra i muri anneriti e le finestre sfondate, resta solo l’immagine di un padre che ha provato fino all’ultimo a salvare la sua famiglia. E di un figlio che, forse, non è riuscito a salvare se stesso.
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